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Scandalo Ingiustizia: Il pm Fabio De Pasquale Condannato a Otto Mesi!

2024-10-08

Autore: Giovanni

Il tribunale di Brescia ha emesso una sentenza scioccante: Fabio De Pasquale, ex procuratore aggiunto di Milano, è stato condannato a otto mesi di carcere per rifiuto di atti d'ufficio. Questa decisione conferma l'accusa di aver occultato prove decisive che avrebbero potuto dimostrare l'innocenza dei dirigenti dell'Eni coinvolti in un processo di corruzione internazionale. Non è tutto, il suo ex collaboratore Sergio Spadaro è stato condannato insieme a lui.

Claudio Descalzi e Paolo Scaroni, rispettivamente amministratore delegato attuale e precedente dell'Eni, erano accusati di aver pagato tangenti in Nigeria durante lo sfruttamento di un giacimento petrolifero. Entrambi sono stati assolti dopo un lungo processo, ma secondo il giudice, se De Pasquale avesse presentato le prove appropriate, il verdetto avrebbe potuto essere chiaro fin dall'inizio. La sentenza ha messo in luce anche come il testimone d'accusa principale, Vincenzo Armanna, rischia ora di essere indagato per calunnia.

Il giudice ha appurato che De Pasquale ha fallito nel suo dovere di magistrato, che implica non solo l'analisi delle prove incriminanti ma anche il dovere di esaminare le prove che dimostrano l'innocenza degli imputati. Tra le prove che De Pasquale ha deciso di non presentare, ci sono registrazioni di Armanna in cui dichiarava di essere pronto a creare problemi per l'Eni.

Nel corso del processo, De Pasquale ha cercato di difendersi sostenendo che la testimonianza di Armanna non era cruciale e che la colpevolezza dei suoi clienti era supportata da prove documentali. Tuttavia, questa difesa non è stata sufficiente. La procura ha richiesto che gli venisse negata la sospensione condizionale, temendo che la sua libertà avrebbe potuto portarlo a commettere ulteriori illeciti.

In un ulteriore colpo al suo stato, il Consiglio superiore della magistratura ha rifiutato di confermare De Pasquale nel suo ruolo, evidenziando la sua mancanza di imparzialità. Questa condanna penale, se confermata, potrebbe aprire la strada a severe sanzioni disciplinari. Questo caso solleva interrogativi inquietanti sulla trasparenza della giustizia in Italia e su quanti altri funzionari potrebbero trovarsi in situazioni simili. Un nuovo scandalo che colpisce il sistema giudiziario, o una lezione di integrità e giustizia?