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Assistente infermiere: la figura ibrida che divide, nuove polemiche in arrivo!

2024-10-06

L'introduzione della figura dell'assistente infermiere sta suscitando vivaci polemiche nelle strutture sanitarie italiane. Nonostante una petizione che ha raccolto migliaia di firme e un forte dissenso dalla comunità scientifica internazionale, questa nuova figura si appresta a entrare nelle corsie degli ospedali pubblici e privati. Gli infermieri esprimono forti timori riguardo a questa figura definita "ibrida", sostenendo che non garantisce la sicurezza necessaria per il trattamento dei pazienti, evidenziando la necessità di una formazione più approfondita. Antonio De Palma, Presidente di Nursing Up, e Walter De Caro, Presidente della Consociazione Nazionale Associazioni Infermiere/i, hanno lanciato un appello al Governo, sottolineando che gli esperti, tra cui la Federazione Europea degli Infermieri (EFN), hanno messo in guardia contro l'implementazione di questa figura professionale.

L’assistente infermiere, che ha completato un totale di 500 ore di formazione, potrà svolgere attività come medicazioni, iniezioni e gestione del sondino oro-tracheale, attività descritte da De Palma come potenzialmente rischiose senza adeguato background formativo.

Il 20 novembre, gli infermieri meditano di scendere in piazza per protestare insieme ai medici, sottolineando non solo la loro opposizione all'assistente infermiere, ma anche il destino del Servizio Sanitario Nazionale. Le critiche alla formazione degli assistenti infermieri si concentrano sulla possibilità che non sia sufficientemente rigorosa, aumentando il rischio di errori clinici e compromettendo la qualità dell'assistenza.

Il nuovo decreto stabilisce che l'assistente infermiere sarà un operatore con qualifica di OSS (Operatore Socio Sanitario) che, completando un corso aggiuntivo, conseguirà la qualifica di assistente infermiere. Il compito di questa figura sarà quello di supportare gli infermieri nelle attività sanitarie, pur mantenendo anche responsabilità specifiche come OSS.

Tuttavia, l'adozione di questa nuova figura è vista come una risposta necessaria a un'emergenza: in Italia, mancano almeno 65.000 infermieri, e la situazione è destinata a peggiorare poiché, nei prossimi dieci anni, il numero degli infermieri in pensione triplicherà. Questo porta l'Italia al fondo della classifica OCSE, con solo 6,4 infermieri per 1.000 abitanti, contro la media europea di 9,5. Inoltre, il nostro paese vanta il tasso più basso di laureati in infermieristica, con soli 17 laureati ogni 100.000 abitanti, rispetto a una media di 48.

I sindacati sostengono che il decreto sull'assistente infermiere mira a bypassare gli investimenti necessari, mentre studi autorevoli dimostrano che la mortalità si riduce del 30% quando almeno il 60% del personale assistenziale è adeguatamente formato come infermiere. La questione rimane aperta e i professionisti del settore chiedono a gran voce un cambiamento strategico più ampio per garantire la sicurezza e la qualità dell'assistenza sanitaria nel nostro paese.