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Iran, vendetta o ritirata? La frattura interna si approfondisce mentre il Mossad colpisce

2024-09-29

Autore: Marco

L'Iran si trova in una posizione difficile, imprigionato dall'Asse della Resistenza che ha contribuito a creare. Dopo l'uccisione del generale dei Pasdaran, Abbas Nilforoushan, mentre si trovava con il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, nel bunker distrutto dalle bombe israeliane, il ministero degli Esteri iraniano ha minacciato ritorsioni. Tuttavia, esperti come Gilles Kepel suggeriscono che possa esserci stata una complicità da parte dei servizi segreti iraniani nel raid di Israele, dato che Nasrallah era diventato un alleato scomodo. Nicola Pedde, esperto di Iran, sostiene invece che l'intelligence israeliana abbia tracciato i movimenti di Nilforoushan per poi intervenire.

Il paradosso è rappresentato dal fatto che il governo iraniano è guidato dal "moderato" Pezeshkian, il quale, sostenuto da una parte consistente dei conservatori pro-riformisti, ha cercato di riavvicinarsi all'Occidente e riavviare i negoziati sul nucleare. Tuttavia, l'escalation militare contro Hezbollah ha messo in difficoltà Teheran, sollevando interrogativi su come possa ora portare avanti un dialogo pacifico.

Gli Stati Uniti sembrano avere poca fretta di dialogare, mantenendo una presenza militare forte per proteggersi da eventuali attacchi iraniani e dai proxy di Teheran. Le recenti notizie secondo cui l'Iran potrebbe fornire missili alla Russia hanno ulteriormente isolato il paese, rendendo chiara l'intenzione di marginalizzarlo a livello internazionale.

La situazione in Libano è precaria; Hezbollah, che si era spinto a coinvolgere il Libano in un conflitto a bassa intensità, si trova ora di fronte a una risposta militare israeliana decisamente superiore. Questo ha portato a un'ulteriore destabilizzazione del paese e a un possibile rischio di guerra civile, con divisioni interne che attraversano anche le comunità cristiane.

Il dilemma dell'Iran sul da farsi rischia di trasformarsi in una minaccia esistenziale per la Repubblica Islamica. Una crisi regionale potrebbe riaccendere le proteste interne, e per Khamenei, la piazza potrebbe risultare ancora più minacciosa di Israele. Questo scenario incerto non solo mette in discussione la posizione geopolitica dell'Iran, ma può anche influenzare l'equilibrio di potere in tutto il Medio Oriente.