Finanze

Auto Elettriche: La Lezione della Cina per la Crisi Climatica

2024-10-15

Autore: Maria

La Cina ha conquistato la leadership mondiale nel settore delle auto elettriche non per caso, ma grazie a una pianificazione industriale strategica avviata oltre un decennio fa. Attraverso un forte intervento statale, Pechino ha selezionato i settori chiave da sviluppare, tra cui l'auto elettrica, come parte del suo piano "Made in China 2025". Questo approccio ha permesso al governo cinese di concentrare risorse su tecnologie emergenti, contribuendo a una rapida crescita del settore.

A differenza della Cina, l'Europa ha invece fatto affidamento sul libero mercato e sulle iniziative delle imprese private. Questa scelta ha portato le case automobilistiche europee a accumulare un ritardo praticamente incolmabile nell'adozione dell'auto elettrica. Molti produttori, dopo aver distribuito enormi profitti agli azionisti, ora si trovano in difficoltà e richiedono il sostegno dei governi attraverso sussidi e protezioni commerciali.

I numeri parlano chiaro: nel 2009, in Cina venivano prodotte 10 milioni di auto, cifra salita a 29 milioni nel 2017. Oggi, il 25% delle auto prodotte in Cina è elettrico. Nel 2023, la Cina ha superato il Giappone diventando il primo esportatore di automobili al mondo, e un quarto di queste è elettrico.

Nonostante ciò, non tutto è perfetto. La Cina deve affrontare alcune sfide, come l'eccesso di capacità produttiva e gli sprechi in altri settori. Tuttavia, questa centralizzazione e pianificazione permettono di raggiungere obiettivi ambiziosi che, sebbene comportino delle difficoltà iniziali, possono essere corretti più avanti.

In questo contesto, le auto elettriche non sono soltanto veicoli, ma dispositivi hi-tech e il confronto con i veicoli tradizionali diventa evidente. Le case automobilistiche cinesi, come BYD, che ha superato Tesla nella produzione di auto elettriche, beneficiano di un controllo statale sulla filiera delle batterie, garantendo così che le risorse siano gestite in modo efficace.

Nel frattempo, le aziende europee, già in difficoltà, vedono crescere un interesse verso politiche più protezionistiche, cercando di impedire l'ingresso delle auto cinesi più economiche e avanzate nel mercato europeo. Tuttavia, resta da vedere se queste politiche basteranno a rimediare ai ritardi accumulati.

Le richieste di aiuto da parte di aziende come Stellantis e Volkswagen sono sempre più pressanti, mentre i dazi doganali potrebbero creare ulteriori tensioni con la Cina, che ha il potere di escludere le case automobilistiche europee dal proprio mercato. Allo stesso modo, la Germania sta cercando di rilanciare la propria industria con il nuovo piano "Made in Germany 2030", ma le sfide restano enormi.

La lezione da apprendere per affrontare la crisi climatica è che la pianificazione statale può essere fondamentale. Negli ultimi anni, l'Unione Europea ha mostrato segni di fallimento nel raggiungere i propri obiettivi ambientali, spesso rimandando le scelte più coraggiose a causa della dipendenza dalle dinamiche di mercato. Senza un pianificazione efficace e un intervento attivo da parte delle istituzioni, sarà estremamente difficile trovare soluzioni praticabili e sufficientemente robuste per affrontare la crisi climatica globale.