Benzina e diesel ai minimi storici, ma un campanello d'allarme per i distributori
2024-12-13
Autore: Alessandra
Buone notizie per gli automobilisti italiani: i prezzi della benzina e del diesel hanno raggiunto i minimi storici in ottobre 2024, con un risparmio totale di circa 2,7 miliardi di euro rispetto al 2023. Questo significa che ogni famiglia ha risparmiato mediamente 103 euro. I dati pubblicati dall'Unem, l'Unione energie per la mobilità, rivelano un aumento complessivo del consumo di greggio in Italia del 1,7% nel 2024, trainato principalmente dai prodotti per la mobilità, che rappresentano il 72% del totale. I consumi di carburanti per i trasporti, che includono benzina, gasolio, GPL, jet fuel e bunker oil, sono aumentati del 3,7%.
Tuttavia, non tutto è roseo: la rete di distribuzione dei carburanti in Italia appare "molto inefficiente", con 22 mila impianti e oltre 310 marchi in continua espansione. Gianni Murano, presidente della associazione delle imprese dei carburanti, ha messo in evidenza che il 20% dei distributori eroga meno di 400.000 litri all'anno e solo il 3% raggiunge la media europea di 3 milioni di litri. Questi dati pongono la necessità di una riorganizzazione della rete, con un appello al governo affinché venga elaborata una proposta di riforma condivisa.
Il petrolio si conferma la principale fonte energetica in Italia, con un peso del 38,5%, mentre le fonti di gas sono in calo al 34,7%. Le energie rinnovabili, per contro, hanno visto un incremento del 12%, grazie soprattutto alla ripresa dell'idroelettrico (+35%) e del fotovoltaico (+31%). La produzione di biocarburante, invece, ha visto una diminuzione delle importazioni del 19%, compensata da un aumento della produzione del 15%. Il carbone, infine, ha toccato il minimo storico, scendendo al 1,5%.
Infine, la fattura energetica in Italia nel 2024 si attesta a 18,6 miliardi di euro in meno (-28%) rispetto all'anno precedente, grazie al calo delle quotazioni del petrolio e del gas. Tuttavia, il gettito fiscale derivante dalle accise aumenta di 700 milioni di euro, mentre quello dell'IVA diminuisce di 300 milioni di euro a causa della flessione dei prezzi.