(Il Sole 24 Ore) - Roma, 8 ottobre - La situazione delle borse cinesi è diventata drammatica con la chiusura di Hong Kong, che ha registrato un crollo di oltre il 9%. L'indice Hang Seng ha chiuso con un ribasso del 9,41% a 20.926,79 punti, segnando la perdita giornaliera più significativa dal 2008, durante la crisi finanziaria globale. Questo drastico calo ha sorpreso gli investitori, che si attendevano nuove misure di stimolo economico da Pechino dopo una prima ondata di annunci, tra cui possibili riduzioni dei tassi d'interesse e prestiti immobiliari più accessibili. Solo dieci giorni fa, questi annunci avevano fatto rimbalzare i mercati azionari di Hong Kong e della Cina continentale, con un incremento superiore al 20%. Tuttavia, al momento dell'attesa conferenza, i funzionari della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e la Riforma (Ndrc) non hanno fornito ulteriori dettagli sui piani economici già comunicati.

Dall'altra parte, la Cina continentale ha mostrato un segnale positivo: l'indice composito di Shanghai ha guadagnato il 4,59% a 3.489,78 punti, mentre l’indice di Shenzhen ha registrato un notevole aumento dell'8,89%, raggiungendo i 2.098,77 punti. Questo divario tra Hong Kong e la Cina continentale ha sollevato interrogativi tra gli investitori su quale sia la direzione futura dei mercati e se gli interventi del governo saranno sufficienti a stabilizzare la situazione.

Secondo gli esperti, le tensioni geopolitiche e l'incertezza economica globale stanno contribuendo a questa volatilità nei mercati asiatici. Gli investitori continuano a monitorare attentamente le misure politiche ed economiche del governo cinese, sperando in un intervento decisivo che possa ripristinare la fiducia negli investimenti. In un contesto di crescente preoccupazione, rimane da vedere se Hong Kong potrà registrare un recupero nelle prossime settimane.