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2024-10-08

Autore: Sofia

Palermo, 8 ott. - La recente sentenza di condanna all'ergastolo del boss Gaetano Scotto per l'omicidio di Nino Agostino ha riacceso i riflettori su una questione delicata e dolorosa per l'Italia. Nino Morana Agostino, nipote della vittima, ha espresso il suo profondo dispiacere e la frustrazione. "La giustizia è un percorso lungo e pieno di ostacoli. Non posso dire di essere sollevato, lo sarò solo quando lo Stato avrà il coraggio di affrontare la verità brutale sulla morte di mio zio". Queste dichiarazioni evidenziano non solo la lotta personale di una famiglia, ma un intero sistema che continua a nascondere verità scomode.

La sentenza, emessa dopo oltre sette ore di camera di consiglio, ha accolto la richiesta della procura generale, che ha portato alla luce elementi decisivi che legano Scotto e altri membri della mafia all'omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie incinta. Le defezioni e le mancanze dello Stato emergono chiaramente attraverso le parole di Nino, il quale ricorda che i suoi nonni hanno affrontato la lotta per la giustizia per ben 35 anni.

Rivela che la sua aspirazione è quella di entrare in Polizia per emulare il coraggio di suo zio, mentre lotta nel frattempo affinché la verità venga finalmente a galla. I suoi sforzi come volontario nella cooperativa Placido Rizzotto dimostrano un'incrollabile dedizione alla causa della giustizia.

La difesa di Scotto contesta l'accusa di omicidio di mafia, suggerendo invece che si tratta di un fatto di "ben altra natura". Nino Morana risponde forte e chiaro: "È vero che c'è una parte di verità in questa affermazione. I legami con lo Stato e i suoi servizi deviati sono reali e non possono essere ignorati".

Oltre alla condanna, Morana rivolge un appello diretto a Scotto: "Ha il dovere di dire tutto ciò che sa. Ci sono troppi punti oscuri che necessitano di risposte". Troppi misteri rimangono irrisolti, come il destino dei documenti scomparsi legati a suo zio. Questi documenti potrebbero contenere informazioni cruciali, forse legate a indagini di alto profilo condotte da Giovanni Falcone, simbolo della lotta alla mafia.

Morana ha espresso incredulità e un briciolo di sfiducia nei confronti di un sistema che sembra aver protetto i trasgressori per troppo tempo. "Se non conosciamo la verità, come possiamo dire di vivere in uno stato di diritto?". La sua lotta non è solo una questione personale; è una battaglia per tutti coloro che hanno sofferto sotto l'ombra della mafia e della corruzione.

Infine, il viaggio di giustizia e verità del giovane Nino Morana Agostino continua. Rimarrà un attivista instancabile nel combattere per una società libera dalla mafia, sperando di onorare così il coraggio e la determinazione dei suoi nonni, e di tutto un Paese che merita di conoscere la verità.