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Calcio in crisi: Leghe e calciatori si ribellano alla Fifa

2024-10-14

Autore: Alessandra

Introduzione

L'Associazione delle Leghe europee e Fifpro Europe, il sindacato dei calciatori, insieme alla LaLiga, hanno avviato un'azione contro la Fifa presentando un reclamo alla Commissione europea. La contestazione è incentrata sull'abuso di posizione dominante da parte della Fifa nell'organizzazione del calendario delle partite internazionali per il periodo 2025-2026, in particolare per quanto riguarda il Mondiale per club 2025 e il Mondiale 2026.

Problemi di sostenibilità

Le parte interessate denunciano che il sistema attuale di programmazione delle partite è insostenibile, mettendo a rischio la salute e la sicurezza dei calciatori. Affermano che un calendario così saturo minaccia non solo il benessere degli atleti, ma anche la sostenibilità economica e sociale delle competizioni nazionali che i tifosi seguono con passione da generazioni.

Dettagli del reclamo

Il reclamo è stato dettagliatamente elaborato e supportato da prove, ed è considerato necessario per tutelare il settore calcistico europeo. In un contesto in cui i legali di Fifpro e delle Leghe hanno esaminato la questione a fondo, la decisione di procedere è stata presa a luglio.

Conflitto d'interessi della Fifa

Le Leghe e il sindacato denunciano un chiaro 'conflitto d'interessi' da parte della Fifa, che decide senza il coinvolgimento delle principali parti interessate. Accusano la Federazione internazionale di esercitare un potere governativo a favore dei propri interessi commerciali.

Normative europee e collaborazione

In particolare, la loro denuncia mette in evidenza che le regole della Fifa non rispettano le normative europee e danneggiano l'economia delle leghe nazionali. Inoltre, ribadiscono la loro disponibilità a collaborare con le istituzioni di Bruxelles.

Preoccupazioni dai calciatori

Umberto Calcagno, presidente dell'Assocalciatori (Aic), ha espresso preoccupazione sul fatto che i calciatori italiani percepiscono la situazione come una distorsione evidente. Ha sottolineato l'importanza di tutelare la salute degli atleti, affermando che la salute dei calciatori non dovrebbe essere un tema esclusivamente sindacale ma una priorità per l'intero sistema sportivo.

Difficoltà nei calendari moderni

Calcagno ha anche esemplificato le difficoltà nei calendari moderni, sottolineando come i top player siano costretti a giocare un numero esorbitante di partite, ben 60 o 70 all'anno, con l'aggiunta di un Mondiale per club che potrebbe portarli a superare le 80 partite, affrontando viaggi estenuanti spesso accompagnati da pochi allenamenti.

Rischi per la qualità del gioco

Questo sovraccarico di impegni, avverte, porta il rischio di compromettere la qualità del gioco stesso, trasformando il calcio in un 'prodotto meno attrattivo' rispetto al passato.

Commenti dalla Lega Serie A

Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, ha commentato che, diversamente da quanto avviene per i tornei europei, la Serie A non ha aumentato il numero delle partite negli ultimi 20 anni. Al contrario, sottolinea l’incremento costante delle competizioni imposte dalla Fifa e dalla Uefa, come la Nations League, stando a quelle che sono le nuove richieste.

Differenze di approccio tra Fifa e Uefa

De Siervo ha evidenziato come le differenze di approccio siano evidenti: mentre la Uefa ha consultato le parti interessate, la Fifa ha fatto scelte unilaterali senza alcun dialogo con chi organizza le varie competizioni.