Una “abbondante fuoriuscita di liquido” e la formazione di una “densa nube” di vapori di benzina: così si delineano gli istanti cruciali prima dell’esplosione devastante che ha colpito il deposito Eni di Calenzano il 9 dicembre, causando la morte di cinque operai.

Le immagini raccolte dal sistema di sorveglianza dell'impianto, ora nelle mani degli inquirenti e coordinati dal procuratore Luca Tescaroli, mostrano una squadra di lavoratori in tuta bianca impegnati vicino a una tubazione critica.

La Procura ha rilevato che proprio in prossimità di due flange, i dispositivi meccanici necessari per l’accoppiamento dei tubi, vi era una mancanza di bulloni di sicurezza, una mancanza che potrebbe aver innescato la tragedia.

Questo filmato, rinvenuto nonostante i danni causati dalle fiamme, rappresenta un elemento fondamentale per comprendere la sequenza degli eventi che hanno preceduto l'esplosione.

I due momenti chiave ripresi nelle immagini, lo sversamento di carburante e la successiva formazione di vapori infiammabili, suggeriscono che l'inevitabile accadimento di qualcosa di catastrofico fosse davvero vicino.

È emerso che l'impianto ha avuto precedenti problemi di sicurezza, evidenziando la necessità di controlli più rigorosi.

I familiari delle vittime stanno chiedendo giustizia e una revisione delle norme di sicurezza per prevenire futuri incidenti mortali.

L'intera comunità è scossa e ora attende risposte chiare e misure concrete per garantire la sicurezza negli ambienti di lavoro.

Come mai la sicurezza è stata messa in secondo piano? Questo è solo l'inizio di un'inchiesta che promette di svelare verità inquietanti!