Tecnologia

C'è il copyright sulle immagini generate con l'AI?

2024-10-07

Autore: Giulia

Nell'agosto del 2022, il concorso d'arte annuale del Colorado, negli Stati Uniti, ha visto Jason Allen emergere come vincitore con la sua opera intitolata Théâtre D’opéra Spatial. C'è un colpo di scena: Allen ha rivelato che il suo capolavoro era stato creato utilizzando Midjourney, un software di intelligenza artificiale progettato per generare immagini. Questa notizia ha scatenato un acceso dibattito, poiché al tempo le AI generative stavano appena iniziando a farsi conoscere dal grande pubblico.

Nel 2022, OpenAI aveva lanciato DALL·E 2 e in seguito Midjourney, permettendo a milioni di utenti di esplorare le potenzialità di questi strumenti. La pratica di creare arte tramite AI ha aperto la strada a preoccupazioni sui diritti degli artisti: potrebbero perdere il loro lavoro a causa di queste tecnologie? Allen, programmatore e fondatore di Incarnate Games, ha difeso la sua vittoria, affermando di non aver infranto alcuna regola. Durante un'intervista, ha condiviso come sia stato introdotto a Midjourney attraverso un server Discord.

In seguito alla competizione, Allen ha tentato di rivendicare la paternità dell'opera attraverso l'Ufficio dei diritti d'autore degli Stati Uniti, ma i suoi sforzi sono stati respinti. L'ufficio ha evidenziato che l'opera non poteva essere considerata un prodotto di creatività umana, poiché mantenne parte del contenuto generato dall'AI. Allen ha provato a dimostrare di aver apportato modifiche significative utilizzando Photoshop, ma senza successo.

In una svolta significativa, lo scorso settembre, ha presentato un nuovo appello, sostenendo di aver giocato un ruolo proattivo nella creazione dell'immagine. Ha sottolineato che il processo di generazione non è stato automatico, richiedendo ben 624 minuti, e ha cercato di inquadrare Midjourney come un equivalente alla creazione artistica con software di editing. Tuttavia, la questione dei diritti d'autore si complica ulteriormente: Allen ha lamentato perdite economiche sostanziali, dal momento che Théâtre D’opéra Spatial è utilizzabile in modo commerciale da chiunque, danneggiando la sua capacità di monetizzare il lavoro.

Allen non è l'unico a fronteggiare tali battaglie legali. Stephen Thaler, informatico statunitense, ha avanzato un ricorso simile in un’occasione in cui l'Ufficio dei diritti d'autore si è rifiutato di registrare un'opera interamente generata da un'AI da lui sviluppata, chiamata DABUS. Le sue opere, pur essendo create da un'intelligenza artificiale, sono state considerate prive di “autorialità umana”.

Nel contesto attuale, il dibattito sulla paternità e i diritti delle opere generate da AI è più vivo che mai. Gli artisti sostengono che le AI, per creare contenuti, si basano su una vasta gamma di opere protette da copyright, generando così un enorme conflitto legale. Un caso recente ha visto OpenAI e Microsoft denunciate per aver utilizzato milioni di articoli del New York Times per l'addestramento delle loro AI, sollevando interrogativi sulla legalità delle pratiche comuni nell’industria.

Anche nel mondo video, ci sono state segnalazioni sul possibile sfruttamento non autorizzato di contenuti, con aziende tecnologiche accusate di utilizzare video di YouTube per addestrare le loro AI. Questo ha alimentato l'idea che il settore delle AI generative poggi in parte sul furto di proprietà intellettuale.

Infine, il Senato italiano ha recentemente presentato un disegno di legge sull'intelligenza artificiale, destinato a studiare la questione dei diritti d'autore per le opere generate da AI, aprendo la porta a potenziali cambiamenti nel modo in cui le creazioni artistiche vengono protette in futuro.