Chi vede Trump come 'l'ultima speranza' per l'Ucraina (e perché)
2024-11-11
Autore: Giulia
Oggi gli Stati Uniti celebrano il Veterans Day, un momento che offre uno spunto per riflettere sulla futura amministrazione di Donald Trump, i cui preparativi procedono con calma. Manca infatti più di due mesi all'Inauguration Day. Recentemente, è stato reso noto che né Mike Pompeo né Nikki Haley entreranno a far parte del nuovo governo. Pompeo, ex segretario di Stato, aveva un ruolo significativo negli eventi geopolitici recenti, mentre Haley, ex ambasciatrice all'ONU, sembrava una figura rispettata nel panorama repubblicano. Si ipotizza che questa decisione sia stata presa sotto pressione del futuro vicepresidente JD Vance, il quale teme che Pompeo e Haley possano costituire una minaccia per la successione a Trump tra quattro anni.
Ma il punto cruciale è l'approccio alle questioni internazionali, in particolare al conflitto in Ucraina. Pompeo ha sempre espresso una visione diversa rispetto a Vance, e se prevalesse quest'ultimo, cosa ci attende per l'Ucraina? Il settimanale britannico The Economist ha analizzato con severità questa situazione: secondo loro, il ritorno di Trump sarebbe potenzialmente catastrofico per l'Ucraina, considerando il suo storico rifiuto di condannare l'invasione di Putin e i precedenti tentativi di ricattare l'Ucraina trattenendo l'assistenza militare.
Eppure, nonostante questi timori, molti leader ucraini sembrano sperare in una vittoria di Trump. Il presidente Zelensky ha espresso il suo ottimismo, affermando di voler vedere un'America forte sotto la guida di Trump. In privato, tuttavia, il suo staff ha manifestato frustrazione nei confronti dell'amministrazione Biden, accusandola di essere paralizzata dalla paura di un'escalation con la Russia.
Sotto l'amministrazione Biden, la strategia di supporto all'Ucraina ha lasciato il paese in una posizione di svantaggio militare, senza indicazioni chiare su una possibile strategia per uscire dal conflitto. Le forze ucraine hanno subito perdite significative e hanno incontrato difficoltà nel ricevere forniture di aiuti militari tempestivi.
Riguardo alla strategia di Trump, sebbene prometta di risolvere il conflitto rapidamente, non è chiaro come intenda procedere. Le possibilità che Trump possa favorire un congelamento del conflitto o una promessa di neutralità da parte dell'Ucraina, prive di garanzie di sicurezza per Kiev, sono preoccupanti. D'altra parte, l'idea di Lenin di una maggiore assistenza militare e finanziaria da parte degli Stati Uniti potrebbe rivelarsi l'unico modo per mantenere aperte le prospettive di adesione alla NATO, come suggerito da Pompeo.
L'analisi dell'Economist prefigura quindi un'Europa in cerca di leadership e un'America sempre più isolazionista. Tuttavia, è importante riconoscere che Putin ha già subito gravi sconfitte, la sua forza militare si è rivelata inferiore alle aspettative, e l'equilibrio geopolitico in Europa potrebbe cambiare in modi inaspettati.
Infine, l'Ucraina rischia di trovarsi isolata, indebolita e obbligata a scegliere la neutralità, un'opzione allarmante visto il contesto attuale. Potrebbe presto ritrovarsi a dover accettare concessioni territoriali a Putin, con conseguenze devastanti per la sua sovranità. Le preoccupazioni per un ghiacciato conflitto che non si conclude, associato a una crescente insoddisfazione nella comunità internazionale, pongono interrogativi cruciali sul futuro della regione e sull'effettiva determinazione di Trump e della sua amministrazione nell'abordare questa crisi.
Quindi, mentre ci prepariamo a osservare l'evoluzione della situazione, è cruciale che i leader mondiali comprendano le implicazioni delle loro azioni—non solo per il presente, ma per il futuro di intere nazioni.