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Cloudflare respinge un attacco DDoS da record: il picco di 3,8 Tbps è stato fermato!

2024-10-03

Cloudflare ha recentemente neutralizzato l'attacco DDoS (Distributed Denial of Service) più grande mai registrato pubblicamente, raggiungendo un picco incredibile di 3,8 Tbps (terabit per secondo). Questo attacco ha fatto parte di una campagna più ampia durata circa un mese, caratterizzata da massicce offensive di tipo "L3" e "L4", con un volume di oltre 2 miliardi di pacchetti al secondo.

Gli attacchi di tipo "L3" mirano a sovraccaricare le infrastrutture di rete attraverso l'invio simultaneo di enormi quantitati di pacchetti, mentre i "L4" puntano a esaurire le risorse del livello di trasporto di una rete, sommergendola di richieste di connessione o pacchetti. Grazie all'efficacia delle sue difese, Cloudflare ha potuto gestire la situazione in modo autonomo, senza che i clienti riscontrassero disservizi significativi.

Il picco dell'attacco è durato poco più di un minuto, iniziando alle 15:01:25 e venendo neutralizzato intorno alle 15:02:30. È interessante notare che gran parte del traffico dannoso è provenuto da un vasto cluster di router ASUS. Secondo le indagini, questi dispositivi potrebbero essere stati compromessi a causa di una vulnerabilità estremamente grave, classificata con un tasso di criticità di 9,8 su 10, recentemente scoperta dai ricercatori di Censys.

È importante ricordare che praticamente ogni dispositivo connesso a Internet, dai laptop alle lavatrici, fino agli smartphone e alle lampadine smart, può fungere da potenziale vettore per un attacco DDoS se presenta la "giusta" vulnerabilità.

Considerando le regioni da cui proviene il traffico, la Russia ha contribuito con oltre il 12%, il Vietnam con più dell'11% e gli USA con quasi il 10%. Anche l'Italia ha avuto una sua rilevanza, rappresentando il 2,8% del traffico totale.

Questo evento mette in evidenza non solo l'importanza della sicurezza informatica, ma anche il costante bisogno di vigilanza da parte delle aziende e degli utenti. Cloudflare, così come tutte le altre aziende nel settore, ha ovvie motivazioni per rendere pubblici questi incidenti, soprattutto quando riescono a difendere i propri clienti così efficacemente da rendere l'attacco praticamente invisibile.

Ma cosa ci riserva il futuro? Ci saranno attacchi ancora più sofisticati? Rimanete sintonizzati per scoprire le prossime evoluzioni nel mondo della cybersicurezza!