Scienza

Costoso e pericoloso: il mito "Green" della "Cattura del Carbonio" potrebbe trasformarsi in un incubo

2024-10-14

Autore: Giulia

Nel Regno Unito, il governo di Starmer ha annunciato un investimento di almeno 4 miliardi di sterline, circa 4,8 miliardi di euro, in progetti di "Cattura e immagazzinamento del carbonio". Dopo aver tagliato i contributi per il riscaldamento domestico destinati ai pensionati, l'attuale Primo Ministro ha scelto di indirizzare risorse verso un progetto che, se ben gestito, si rivela solo uno spreco di denaro; se male gestito, potrebbe rivelarsi un grande rischio per la sicurezza.

Il Regno Unito è storicamente un leader mondiale nell'estrazione del carbone, ma ora sta cercando di immagazzinarlo, una trasformazione che non sembra allinearsi con il suo passato.

Perché i progetti di cattura del carbonio non decollano

Questi progetti dovrebbero essere centrali per la produzione di "idrogeno blu", ossia idrogeno derivato dal gas naturale, cercando di separare l'idrogeno per utilizzarlo come risorsa energetica, mentre si immagazzina il carbonio per ridurre le emissioni di CO2. Tuttavia, molto spesso tali tecnologie non sono economicamente sostenibili senza un sostanziale supporto pubblico. In effetti, su 100 progetti di cattura del carbonio nel Regno Unito, ben 21 sono stati abbandonati, solo 7 sono stati costruiti e soltanto 2 sono operativi. La maggior parte rimane solo un'idea sulla carta.

La decisione di investire in questi progetti, al posto di fornire aiuti per il riscaldamento ai pensionati, suggerisce chiaramente che il valore della vita umana è secondario rispetto al valore delle molecole.

I pericoli nascosti

Questi progetti di cattura del carbonio presentano insidie simili a quelle del controverso fracking, un metodo di estrazione di petrolio e gas che utilizza fluidi ad alta pressione. Qui si inietta anidride carbonica anziché acqua, creando potenziali rischi di sicurezza. Si prevede di pompaggio milioni di tonnellate di anidride carbonica in cavità roccose, alcune delle quali potrebbero essere già compromesse da perforazioni precedenti.

Uno degli eventi più tragici è il disastro del lago Nyos in Camerun nel 1986, dove un'improvvisa fuoriuscita di CO2 ha soffocato oltre 1.700 persone. Un evento simile sull terraferma britannica, generato dall'accumulo di milioni di tonnellate di CO2 ad alta pressione, è una possibilità spaventosa.

Eppure in Europa e negli Stati Uniti si demonizza il fracking, mentre si approvano pratiche di immissione di CO2, ignorando i potenziali effetti sismici. Gli esperti si chiedono se abbiamo realmente compreso le conseguenze della iniezione di CO2 a tali profondità.

Ignorare la geologia

Il gas naturale è spesso trovato vicino ai giacimenti di petrolio, trattenuto da strati di roccia sedimentaria. Ricerche mostrano che la CO2, se immagazzinata nel sottosuolo tramite sequestro geologico, potrebbe trovare vie di fuga a causa di reazioni chimiche, rappresentando un rischio per le falde acquifere. Quando la CO2 si dissolve in acqua, provoca aumento dell'acidità e può corrodere rocce e strutture in cemento.

Gli scienziati avvertono che un accumulo di salamoia satura di CO2 potrebbe liberarsi in superficie, portando a potenziali fuoriuscite di gas. Questo scenario rappresenterebbe un grave rischio ambientale, riportando la CO2 a circolare nell'atmosfera, un rischio minore rispetto ai disastri passati. Così, ci si chiede: i benefici di tali progetti giustificano veramente i potenziali pericoli per l'umanità e l'ambiente?