
Dibattito su 'Adolescence': Crepet e Galiano in discordia, esperti divisi
2025-03-28
Autore: Chiara
Negli ultimi giorni, 'Adolescence', la nuova serie di Netflix, ha scatenato discussioni accese tra esperti e appassionati. Uscita solo due settimane fa, è già diventata la più vista della piattaforma grazie ai temi complessi che affronta. La storia, ambientata in una piccola cittadina inglese, segue un tredicenne accusato dell'omicidio di una compagna di scuola. Attraverso le sue quattro puntate, la serie esplora questioni riguardanti violenza giovanile, bullismo, isolamento sociale e l'impatto dei social media, argomenti estremamente attuali che hanno acceso il dibattito tra chi lavora quotidianamente con i giovani, come insegnanti e psicologi.
Tra le voci critiche spicca quella dello psichiatra Paolo Crepet, che ha dichiarato al Corriere della Sera: “Non ho intenzione di vederlo e non lo farò". La sua posizione è motivata dalla sua convinzione che le piattaforme digitali siano parte della degradazione sociale. Secondo Crepet, la brutalità che emerge dalla trama non dovrebbe mai essere banalizzata in un prodotto di intrattenimento. Ha sottolineato, infatti, che un evento così tragico dovrebbe suscitare orrore piuttosto che curiosità. "Siamo in una società che evita di parlare del futuro", ha rimarcato.
Il pedagogista Daniele Novara condivide le preoccupazioni di Crepet, evidenziando come spesso le storie per adolescenti contengano violenza e omicidi, risultando imbarazzanti e fuorvianti. Novara sostiene che comprendere gli adolescenti attraverso situazioni limite non sia mai la strada giusta e che lo spettacolo non dovrebbe sopraffare il bisogno di una reale comprensione.
Dallo stesso canto, l’insegnante e scrittore Enrico Galiano ha manifestato un'opinione più neutra sulla serie. Sul suo profilo Facebook ha commentato: “Ho ricevuto moltissimi messaggi che chiedono la mia opinione su 'Adolescence'”. Galiano ha elogiato la tecnica di ripresa in piano sequenza utilizzata nella serie, definendo incredibile il fatto che ogni episodio sia stato girato in un'unica ripresa. Tuttavia, ha ammesso di non avere ancora ben chiaro cosa ne pensa, chiudendo con una nota di mistero sui suoi sentimenti riguardo la serie.
Un'analisi differente viene dall’esperto Matteo Lancini, psicologo e presidente della Fondazione Minotauro, che ha condiviso il suo punto di vista con La Repubblica. Lancini ha sottolineato come la serie promuova processi di identificazione universali, un'importante opportunità per approfondire anche i temi più difficili e disturbanti delle emozioni giovanili. Concludendo, Lancini ha messo in luce la necessità di abbandonare la paura di affrontare argomenti scomodi e di aprire un dibattito onesto sui sentimenti dei giovani.