Un drammatico allarme bomba ha scosso Roma nella mattinata di martedì 3 dicembre. Una telefonata anonima ha avvertito le forze dell'ordine della presenza di un ordigno sia presso il Tribunale in piazzale Clodio che presso la Corte di Cassazione in piazza Cavour. Le autorità non hanno perso tempo: artificieri e forze di polizia sono accorsi immediatamente sul posto, sebbene, fortunatamente, non sia stata disposta alcuna evacuazione degli uffici.

Nell'ora in cui è scattato l'allerta, si stava svolgendo l'udienza del processo Regeni all'interno dell'aula Occorsio del Tribunale. Si prevede una sentenza sul tragico caso della strage di Rigopiano nel pomeriggio, rendendo la situazione ancor più tesa e piena di aspettative. Gli incidenti hanno portato a un grossa mobilitazione da parte delle forze dell'ordine, con i carabinieri attivi in tribunale e la polizia a gestire la situazione nella Cassazione.

Dopo la ricezione della telefonata, gli artificieri hanno avviato le procedure di sicurezza per identificare e neutralizzare eventuali esplosivi.

Gli artificieri della polizia sono esperti nel trattare casi di allerta bomba, operando in coppia per garantire un'adeguata reazione alle minacce esplosive. Questi specialisti sono divisi in due categorie: antisabotaggio e IEDD (Improvised Explosive Device Disposal), collaborando con gli uffici investigativi per gestire studi e interventi su materiali pericolosi.

Curiosamente, non è il primo caso di minacce di questo tipo a Roma, e la combinazione di eventi legali significativi come il processo Regeni potrebbe aver attirato l'attenzione di chiunque fosse in cerca di provocare caos. Gli investigatori stanno ora lavorando per rintracciare il chiamante anonimo e chiarire se ci siano stati legami con eventi criminali precedenti.

L'episodio ha suscitato preoccupazione tra i cittadini romani, richiamando l’attenzione sulla sicurezza pubblica in contesti giudiziari. È fondamentale che tali situazioni vengano affrontate con la massima serietà, e le autorità stanno esaminando ogni dettaglio della chiamata per garantire che la giustizia possa continuare a svolgersi senza interruzioni.