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Elon Musk? No, sveglia compagni: il problema è l'Islam

2025-01-05

Autore: Alessandra

Che cosa racconta veramente della nostra società? I nemici che scegliamo, le battaglie che decidiamo di combattere, e soprattutto, quelli che ci rifiutiamo di riconoscere. Prendiamo ad esempio l'establishment progressista italiano: negli ultimi otto-dieci anni ha mostrato una totale incapacità di leggere i segnali del tempo. Non ha compreso né Brexit, né il trionfo di Trump nel 2016, né tantomeno l'ascesa dei cosiddetti 'populismi' e 'sovranismi'. Ha sminuito come 'razzismo' e 'xenofobia' la legittima preoccupazione dei cittadini rispetto alla sicurezza e all'immigrazione.

Invece di riflettere sulle proprie sconfitte, l'establishment si è rituffato nel vecchio schema, creando una nuova lista di 'buoni' e 'cattivi'. Il nuovo nemico è la 'tecnodestra', incarnata da Elon Musk, visto come il capro espiatorio delle paure collettive. Ma mentre l’attenzione è focalizzata su di lui, l'Islam politico e l'integralismo religioso rimangono avvolti da un fumus di omertà e negazione.

L'ossessione per Musk è in netto contrasto con l'amnesia che circonda il terrorismo islamico. Siamo travolti dalla narrativa anti-Musk, mentre fenomeni di radicalizzazione e di estremismo religioso passano in sordina. La nostra società, a fronte di eventi terroristici chiaramente legati a tali ideologie, tende a minimizzare: ‘auto sulla folla’, ‘disagio psichico’ sono solo alcuni dei termini che mascherano la gravità della situazione. La recente affermazione ‘radicalizzato, non religioso’ dimostra questa sistematica volontà di dissociare la violenza dall'identità religiosa dei perpetratori.

Nel frattempo, gli estremisti islamici osservano che noi ci ritiriamo, che le nostre istituzioni non reagiscono e che la nostra società fatica a trovare una coesione. Potrebbero legittimamente dire: ‘Mentre si dedicano a combattere le tecnodestra, noi possiamo avanzare indisturbati’. È fondamentale che superiamo questa rimozione e iniziamo a affrontare realisticamente l'emergenza dell'integralismo, per non lasciare il campo libero a chi cerca di sfruttare le nostre debolezze per i propri scopi.