Finanze

Euro ai minimi storici: Preparati a un crollo sotto la parità!

2025-01-02

Autore: Sofia

L'inizio del nuovo anno ha portato un euro debole come non si vedeva da oltre due anni. Oggi, il tasso di cambio con il dollaro ha toccato 1,0330, il livello più basso dal novembre del 2022. In questo scorcio del 2024, l'euro ha già subito una perdita del 5,5%. Gli esperti di finanza di diverse istituzioni bancarie avvertono che siamo a un passo da un eventuale crollo sotto la parità, un evento che è già accaduto nell'autunno del 2022 dopo vent'anni di stabilità.

Le radici dell’indebolimento dell’euro

Le cause di questo indebolimento sono chiare e collegate alle differenti prospettive economiche tra Stati Uniti e Eurozona. Mentre gli Stati Uniti continuano a crescere e riescono a evitare la recessione, la situazione nell'euro area è stagnante. La Germania, che ha un ruolo centrale, ha vissuto due anni di contrazione del PIL e faticherà a riprendersi nel 2025.

Gli effetti della 'Maganomics'

Ad aumentare le preoccupazioni degli investitori è la 'Maganomics', la politica economica della nuova amministrazione Trump che si insedierà il 20 gennaio. Gli stimoli fiscali e i nuovi dazi commerciali contro Cina, Canada, Messico e potenzialmente anche l'Europa potrebbero avere impatti devastanti sull'economia dell'Eurozona. Essendo gli Stati Uniti il nostro principale mercato di esportazione, una contrazione del commercio potrebbe trasformare un attuale surplus in deficit.

Questa filosofia economica suggerisce che l'Eurozona stia prosperando a discapito degli americani, e quindi sarebbe costretta a pagare dazio per accedere al loro mercato. La potenziale imposizione di dazi ha già iniziato a erodere la fiducia, accentuando la debolezza dell'euro, mentre l'Eurozona continua a soffrire sotto il peso delle recenti crisi energetiche.

Divergenze sui tassi di interesse

Un dato preoccupante emerge: nei primi nove mesi del 2024, l'Eurozona ha accumulato un surplus commerciale di 140,8 miliardi di euro con gli Stati Uniti. Se queste esportazioni dovessero declinare, potremmo aspettarci significativi danni ai tassi di cambio. Gli investitori stanno già reagendo a queste notizie, anticipando ci sarà una crescente divergenza nella politica monetaria tra le due regioni. La Banca Centrale Europea prevede un'afflessione dell'inflazione, portando a un taglio ulteriore dei tassi, che potrebbero scendere dell’1-1,25% entro dicembre.

Contrariamente, la Federal Reserve non avrà la stessa libertà, poiché l'economia statunitense continua a prosperare, mantenendo l'inflazione alta. Anche se i tassi saranno ridotti solo dello 0,50%, la divergenza tra le due economie potrebbe ampliare il divario fino a un point di 0,75%, rendendo l'euro ancora più debole.

Crisi geopolitiche e incertezze

Le tensioni geopolitiche contribuiscono a creare un clima di pessimismo. Germania e Francia navigano in acque tempestose. La Germania è in procinto di elezioni anticipate, prevista per il 23 febbraio, ed è probabile che si necessiti di una nuova 'Grosse Koalition', rischiando di perpetuare le tensioni politiche. A Parigi, il caos regna sovrano con il quarto premier nominato in meno di un anno, la cui stabilità è già in discussione.

Mentre gli Stati Uniti possono ricorrere a stimoli fiscali per affrontare la bassa crescita, l'Eurozona risente della sua divisione in diverse economie nazionali con limitate possibilità di intervento. Solo la Germania ha margini di manovra, ma è riluttante ad utilizzarli, mentre Italia e Francia non hanno capacità di spesa sufficiente.

La BCE di fronte a un Euro debole

Il paradosso finale è che, nonostante Washington abbia un debito che supera il 120% del PIL, riesce a mantenere la propria stabilità grazie alla forza del dollaro. Dall'altro lato, un euro debole potrebbe amplificare i rischi di inflazione, mentre allo stesso tempo potrebbe contenere gli effetti negativi di un'eventuale imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti. In questo contesto, l'Eurozona deve prepararsi a ulteriori sfide economiche e a una potenziale recessione incombente.