Intrattenimento

Gino Cecchettin e il patriarcato: «Io maschio alpha senza averne il carattere. Dobbiamo affrontarlo insieme»

2024-10-14

Autore: Chiara

In un’intervista importante, Gino Cecchettin si esprime con passione sulla necessità di un’educazione all’altruismo nelle famiglie, sottolineando la necessità di combattere ogni forma di violenza. Parlando della sua esperienza come padre della figlia Giulia, Cecchettin afferma che l'insegnamento dei valori fondamentali deve partire principalmente dall'ambiente familiare, con la scuola che entra in gioco in un secondo momento.

"Ho scritto questo libro perché desideravo lasciare un legame profondo con mia figlia, una giovane straordinaria". Queste le parole di Cecchettin, che riconosce la sua provenienza da una famiglia patriarcale. Rivivendo i momenti della sua infanzia, riflette sul ruolo di suo padre, che considerava l'educazione un compito esclusivamente materno. "L'educazione spetta a entrambi i genitori", afferma con convinzione.

Il maschio alpha e le sue debolezze

In modo molto sincero, Cecchettin parla anche del rapporto con suo padre e del perdono che ha scelto di concedergli dopo essere diventato genitore a sua volta. Riconosce che suo padre, cresciuto in un contesto patriarcale, aveva strumenti educativi limitati. "Stiamo progredendo come società, ma c'è ancora molta strada da fare. Anche io e mia moglie abbiamo dovuto fare i conti con le nostre radici patriarcali", confessa.

Cecchettin ammette di non identificarsi con il concetto di maschio alpha, un archetipico «eroe d'azione» cresciuto guardando film come Rambo e James Bond. "Non puoi risolvere sempre tutto con la forza, alla lunga, questo ti isola".

Un problema globale: il patriarcato

Secondo Gino Cecchettin, il patriarcato è una realtà che ci circonda in tutto il mondo. "Non possiamo sentirci esenti dal confrontarci con questa problematica. Le forme di violenza sono varie e non si limitano ai femminicidi; ci sono violenze più sottili, come quella verbale, che possono essere ancora più devastanti". La soluzione? Un dialogo aperto e sincero. "Cadauno di noi deve prestare attenzione al linguaggio che utilizza; anche frasi che possono sembrare innocue possono avere un impatto profondo sui giovani".

Queste riflessioni di Cecchettin pongono l'accento sull'importanza di un cambiamento culturale che coinvolga tutti, promuovendo un'educazione empatica e rispettosa fin dalla giovane età.