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Giulia Cecchettin, inizia il processo a Filippo Turetta: Rimborso da un milione in vista! Sentenza il 3 dicembre

2024-09-23

Si è aperto oggi a Venezia il processo in corte d'Assise contro Filippo Turetta, confessato assassino della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, uccisa tragicamente l'11 novembre 2023 a Fossò, in provincia di Venezia. L'avvocato Nicodemo Gentile, che rappresenta la famiglia di Giulia, ha dichiarato che il rimborso stimato che Turetta dovrà pagare alla famiglia della vittima è di un milione di euro, cifra calcolata secondo le tabelle della Giustizia.

Gino Cecchettin, il padre di Giulia, ha condiviso il suo disagio e dolore durante la prima udienza, affermando che ogni giorno è una sofferenza nel pensare alla figlia. Ha espresso la sua speranza che il giudice e la giuria possano fare giustizia, rimarcando l'importanza di un processo equo, indipendentemente dalla sua durata. "Oggi è un giorno di grande dolore, come tutti gli altri", ha detto, e ha aggiunto di non provare rancore nei confronti della famiglia Turetta.

L'avvocato Giovanni Caruso, difensore di Turetta, ha promesso che il suo cliente sarà presente in aula per rispondere delle accuse, ma ha anche insinuato la possibilità che ciò non accada. Durante una pausa dell'udienza, ha smentito le voci secondo cui Turetta avrebbe fatto delle dichiarazioni sul processo dal carcere, definendole infondate.

Il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi, ha chiarito che il processo verte esclusivamente sulle responsabilità individuali di Turetta e non sul femminicidio in sé. "Non è uno studio sociologico, ma un accertamento delle responsabilità", ha affermato, sottolineando che il procedimento deve svolgersi nel rispetto dell’imputato e della giustizia.

Il 3 dicembre prossimo sarà emessa la sentenza per Filippo Turetta. La Corte d'Assise ha fissato le date per due udienze, il 25 e il 28 ottobre, per ascoltare Turetta, seguite dalla discussione il 25 e 26 novembre. La corte ha accolto la richiesta di diverse associazioni, tra cui "Penelope" e "Differenza donna", di costituirsi parte civile nel processo, con l’intento di portare avanti una battaglia per la giustizia e la prevenzione della violenza contro le donne.

Un aspetto interessante di questo caso è il coinvolgimento di vari enti e associazioni che lottano contro la violenza di genere, evidenziando la crescente consapevolezza e la necessità di affrontare queste problematiche nella società. Il collegio giudicante, composto da sei uomini e quattro donne, si prepara ad affrontare un caso che ha colpito profondamente l’opinione pubblica in Italia.

Rimanete sintonizzati per ulteriori aggiornamenti su questo caso straziante che ha acceso un dibattito cruciale sulla violenza di genere e sulla giustizia.