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I Controversi Trasferimenti Forzati di Migranti in Albania: Un'Operazione Senza Precedenti

2024-10-15

Autore: Francesco

Il 14 ottobre, l'Italia ha dato il via al primo trasferimento di migranti in Albania, a bordo della nave militare Libra, con sedici migranti selezionati provenienti da paesi considerati "sicuri" come Egitto e Bangladesh. Questa operazione è avvenuta in acque internazionali al largo di Lampedusa, dove la nave ha soccorso i migranti in difficoltà. Tuttavia, la procedura di trasferimento, gestita dal ministero dell'Interno italiano, ha sollevato preoccupazioni legali e morali.

I migranti, che arriveranno al porto di Schengjin il 16 ottobre, saranno trattenuti in centri extraterritoriali in Albania, dove saranno sottoposti a ulteriori identificazioni e a procedure di asilo. Questo approccio, pionieristico in Europa, è stato criticato per la sua potenziale violazione delle leggi internazionali, inclusa la Costituzione italiana e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea.

Alcuni esperti legali avvertono che i trasferimenti forzati potrebbero essere considerati "respingimenti collettivi", un'azione vietata dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Fulvio Vassallo Paleologo, giurista e specialista in diritto del mare, sottolinea che la nave Libra fu coinvolta in incidenti tragici in passato, e mette in dubbio la legittimità delle operazioni attuali.

Un accordo tra Roma e Tirana stipula che l'Albania possa accogliere fino a tremila migranti, con costi che si prevede possano superare i 670 milioni di euro nei prossimi cinque anni. Questo solleva interrogativi sulla gestione e sulla sicurezza dei migranti in un paese non membro dell'Unione Europea.

In una lettera ai leader europei, Ursula von der Leyen ha sostenuto l'importanza di stabilire centri per il rimpatrio al di fuori dell'Unione, ma le questioni di diritti umani e procedure legali sono al centro del dibattito. L'avvocato Salvatore Fachile ha messo in evidenza che trasferire migranti in Albania per le procedure di frontiera contrasta con principi fondamentali della legge italiana.

Critiche anche dalla Corte costituzionale albanese, che ha espresso riserve sull'accordo, e dai rappresentanti delle organizzazioni umanitarie, che temono che questi centri possano diventare luoghi di detenzione arbitraria.

Inoltre, la questione logistica non è trascurabile: l'ammiraglio in congedo Vittorio Alessandro ha evidenziato i limiti delle navi militari all'interno delle operazioni di soccorso. In passato, l'idea di utilizzare navi militari per identifiquazioni di migranti è stata scartata dai tribunali.

Con una situazione così complessa, molti temono che questi trasferimenti possano non solo infrangere leggi internazionali, ma anche aumentare il rischio di crisi umanitarie nei luoghi dove i migranti sono indirizzati.