I Curdi Siriani: Un Futuro Incerto nel Conflitto Siriano
2024-12-12
Autore: Giulia
La situazione dei curdi siriani nel nord-est della Siria è diventata sempre più critica nel contesto del riassetto politico dopo il crollo del regime di Bashar al-Assad. Attualmente, i curdi controllano oltre il 30% del territorio siriano, ma la loro autonomia è minacciata da ripetuti attacchi delle forze turche e delle milizie siriane alleate.
Fin dalla fine di novembre, la Turchia ha avviato una violenta campagna aerea contro le posizioni curde al confine, giustificata dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan con la necessità di difendere la sicurezza nazionale. Tuttavia, gli attacchi non riguardano solo le forze curde, ma hanno anche messo in luce una rivalità crescente con Hayat Tahrir al Sham, un'alleanza di gruppi anti-Assad che ha recentemente riconquistato territori strategici come la città di Deir Ezzor.
La Turchia ha usato l’Esercito Nazionale Siriano (SNA), una milizia controllata da Ankara, per sfondare le linee curde. La conquista di città come Tell Rifat e Manbij ha rappresentato un duro colpo per i curdi, che avevano già affrontato difficoltà nella gestione di territori conquistati durante la battaglia contro l'ISIS.
Negli ultimi giorni, si è parlato di un possibile attacco su Kobane, nota per la resistenza curda contro l'ISIS nel 2015, ma fino a ora un accordo temporaneo mediato dagli Stati Uniti ha bloccato i combattimenti. Studi recenti indicano che la Turchia mira a espandere la sua “zona cuscinetto,” occupando ulteriormente il Rojava e aumentando la pressione sui gruppi curdi.
I curdi rappresentano una delle etnie più consistenti del Medio Oriente, stimati tra i 25 e i 35 milioni, ma si trovano dislocati in cinque paesi, senza un territorio statale proprio. Il Kurdistan iracheno è l'unica regione con un certo grado di autonomia, ma i curdi siriani hanno tentato di costruire un'autonomia politica e militare nel Rojava dal 2011, anno in cui è iniziata la guerra civile siriana.
Le Forze Democratiche Siriane (SDF), che hanno recitato un ruolo cruciale nel contenere ISIS, uniscono diversi gruppi etnici e religiosi. Sebbene abbiano ricevuto supporto militare dagli Stati Uniti, la loro esistenza è sempre più minacciata da attori come la Turchia e HTS.
La Turchia considera le SDF, collegate al PKK, un'estensione della minaccia kurda, derivando da decenni di conflitto con i curdi turchi. L’attuale comandante delle SDF, Mazloum Kobane, rappresenta un legame diretto con il PKK, aggravando ulteriormente la tensione tra Turchia e le forze curde.
La situazione attuale è caratterizzata da un equilibrio fragile: la Turchia teme l'ulteriore destabilizzazione della Siria, ma al contempo cerca di consolidare una posizione di forza ai confini, per evitare l'instabilità che potrebbe sfociare in nuovi flussi migratori.
Mentre i curdi continuano a lottare per la loro autonomia, la presenza di gruppi armati come HTS e la strategia militare turca indicano che il conflitto è lungi dall'essere risolto. Gli esperti avvertono che dovremmo prepararci a nuovi sviluppi drammatici nelle prossime settimane mentre gli interessi geopolitici si scontrano nel cuore di un Medio Oriente già instabile.