Il Concordato: Un'Occasione Cruciale per la Nuova IRPEF 2025, ma Resta l'Incertezza
2024-12-09
Autore: Giovanni
Con l'approssimarsi della scadenza per aderire al concordato preventivo, fissata per il 12 dicembre, l'attenzione cresce sui risultati finali e le risorse generate.
C'è il concreto rischio che dall'accordo tra Fisco e partite IVA non si ottengano sufficienti risorse per realizzare interventi davvero significativi. Per i lettori di Informazione Fiscale che hanno partecipato al sondaggio, la priorità è la creazione di una nuova IRPEF da implementare nel 2025.
Secondo il sondaggio, il 71% di chi ha risposto è favorevole a modifiche nelle regole di calcolo dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, con questa percentuale che sale all’83% tra i rispondenti su Linkedin.
Questa opinione si allinea con le intenzioni governative, che prevedono un intervento sull'IRPEF nel Decreto Fiscale come primo passo collegato al concordato biennale.
L'estensione del regime forfettario a 100.000 euro rimane invece in attesa. I punti di domanda riguardo le novità sull'IRPEF sono numerosi, poiché le intenzioni sono chiare, ma le azioni devono confrontarsi con le risorse disponibili.
I dati ufficiali del Ministero dell’Economia e delle Finanze indicano un tasso di adesione al concordato del 12% e si prevede una dotazione di circa 1,3 miliardi di euro. Tuttavia, questa cifra risulta insufficiente per apportare le necessarie modifiche, come ampliare significativamente il secondo scaglione IRPEF o ridurre l’aliquota di due punti.
La Fondazione Nazionale Commercialisti ha stimato che sarebbero necessari addirittura 2,5 miliardi di euro per rendere effettivo un cambiamento significativo negli scaglioni IRPEF.
La scadenza del 12 dicembre si colloca quindi in un contesto in cui si cerca di aumentare il numero di partite IVA aderenti per ampliare la dotazione disponibile, ma resta da vedere quanto questa percentuale potrà effettivamente crescere.
In merito alla nuova IRPEF, un altro aspetto cruciale è rappresentato dalla tempistica. Infatti, raccogliere i dati necessari in tempo utile è fondamentale; il viceministro all'Economia Maurizio Leo ha già evidenziato le difficoltà legate alla Legge di Bilancio, che hanno portato a un veto sulla richiesta di proroga avanzata dai Commercialisti.
Se la questione rimarrà aperta fino al 12 dicembre, sarà complesso pianificare e realizzare modifiche all'IRPEF per il 2025, che si avvicina rapidamente. Durante una recente conferenza, Leo ha dichiarato: "Se riusciremo a ottenere le risorse sperate, potremo concretizzare i nostri progetti, ma i tempi sono stretti".
Tuttavia, il sottosegretario Federico Freni ha osservato che solo dopo la scadenza della seconda rata di acconto sarà possibile avere un quadro più chiaro sulle entrate generate dal concordato.
Alla luce della proroga dei versamenti al 16 gennaio 2025, i tempi per la riforma dell'IRPEF sembrano allungarsi ulteriormente, suscitando preoccupazioni tra le partite IVA e i contribuenti.