Scienza

Il destino del deserto di Atacama: un luogo di ricerca a rischio illuminazione

2025-01-14

Autore: Marco

Introduzione

Nel cuore del deserto di Atacama, al nord del Cile, si trova uno dei luoghi più bui della Terra. Questa straordinaria oscurità ha reso la regione un punto di riferimento per l’astronomia, attirando osservatori da tutto il mondo, ma un imminente progetto industriale minaccia di spegnere questa luce scientifica.

Il ruolo dell’European Southern Observatory (ESO)

L’European Southern Observatory (ESO), una prestigiosa collaborazione tra 16 paesi, tra cui l’Italia, ha investito enormi risorse nella costruzione di osservatori sul Cerro Paranal, una montagna che svetta a 2.600 metri sul livello del mare. Questo sito, grazie alle sue condizioni quasi perfette, ha permesso scoperte fondamentali in campi come la ricerca sui buchi neri e l’analisi degli esopianeti, che orbitano attorno a stelle lontane.

La minaccia dell’impianto industriale

Tuttavia, AES Andes, una società energetica statunitense, ha avanzato la proposta di costruire un grande impianto per la produzione di ammoniaca e idrogeno nelle vicinanze, utilizzando fonti rinnovabili come eolico e solare. Questa realizzazione occuperebbe 30 chilometri quadrati e si troverebbe a soli 5 chilometri dal Very Large Telescope (VLT). L'ESO ha avvertito che una simile costruzione causerà polveri inquinanti e inquinamento luminoso, compromettendo irrimediabilmente le operazioni di osservazione astronomica.

Impatto sugli osservatori astronomici

Non solo il VLT sarebbe a rischio, ma anche l’Extremely Large Telescope (ELT), in fase di costruzione, che si preannuncia essere il più potente del mondo. Il progetto dell’ESO ha già coinvolto investimenti per miliardi di euro, grazie a leggi cilene che in teoria proteggono le attività di ricerca scientifica, ma la crescente pressione industriale pone seri interrogativi.

Preoccupazioni dell’ESO

Il direttore generale dell’ESO, Xavier Barcons, ha espresso le proprie preoccupazioni riguardo le severe conseguenze che l’inquinamento visivo e atmosferico avrà sulla qualità delle osservazioni, sottolineando che "non esiste motivo di compromettere la scienza per generare idrogeno".

Il dilemma tra sviluppo ed ecologia

Nonostante i tentativi di dialogo da parte dell’ESO con AES Andes, il consenso non è stato raggiunto. La proposta, sostenuta dal governo cileno per creare opportunità di lavoro, è una risposta alle sfide economiche dell’area. Tuttavia, il dilemma rimane: continuare a sviluppare l'industria o preservare il cielo sereno del deserto di Atacama, un tesoro per l'umanità e la scienza?

Conclusioni

Il piano per la produzione di idrogeno, presentato come "carburante pulito", è ancora nelle sue fasi iniziali e molte decisioni cruciali sono pendenti. La comunità scientifica osserva attentamente, temendo che la luce industriale possa oscurare i segreti dell’universo e penalizzare per sempre la ricerca astronomica. Non resta che attendere e sperare che il Cile trovi un equilibrio tra sviluppo economico e salvaguardia del suo patrimonio scientifico.