Il Medio Oriente dopo Qassem Suleimani: un cambiamento radicale
2025-01-03
Autore: Matteo
La recente evoluzione del Medio Oriente segna un distacco netto dall'epoca di Qassem Suleimani, il generale iraniano assassinato da un drone statunitense il 3 gennaio 2020. Durante i suoi funerali, sua figlia Zeinab promise vendetta tramite i "zii onorari" dell'Iran: Hassan Nasrallah di Hezbollah, Ismail Haniyeh di Hamas e Bashar al-Assad, presidente siriano. Tuttavia, solo tre anni dopo, la loro potenza è stata gravemente compromessa: Nasrallah e Haniyeh sono stati eliminati e Assad ha visto il suo regime destabilizzato da una rivolta armata.
In passato, Suleimani era considerato l’architetto dell'“Asse della resistenza”, un'organizzazione formata da alleanze strategiche volte a rafforzare la posizione iraniana nella regione. Le principali colonne portanti di questa rete erano Hezbollah in Libano, il regime di Assad in Siria, diverse milizie sciite in Iraq e i gruppi Houthi in Yemen. L'idea di Suleimani era chiara: creare una deterrenza contro Israele e gli Stati Uniti, garantendo al contempo una rete di protezione per l'Iran.
L'influenza di Suleimani sui paesi del Medio Oriente era tale da permearne le politiche attraverso l'uso della forza militare e della diplomazia. Egli usava i mezzi più disparati, dall'omicidio di funzionari ostili all'invio di armi ai suoi alleati. Tuttavia, la sua morte ha innescato una serie di eventi imprevedibili.
Il 7 ottobre 2023 ha segnato un punto di svolta: Hamas ha lanciato attacchi contro Israele, dando inizio a una guerra nella Striscia di Gaza. A sorprendere è stata la reazione iniziale dell'Iran, che ha evitato di coinvolgersi direttamente nel conflitto. Anche Hezbollah, alleato strategico dell'Iran, ha mantenuto una posizione di attesa, bombardando solo marginalmente il nord di Israele. Tuttavia, lo sviluppo del conflitto ha costretto nessuno a subire pesanti perdite, con Israele che ha intensificato gli attacchi e colpito centralmente l'Asse della resistenza.
Hamas, dopo mesi di guerra, ha visto il proprio potere indebolirsi drasticamente, mentre Hezbollah ha subito attacchi mortali e importanti perdite di leadership. Nonostante gli sforzi dell'Iran, le sue alleanze si sono rivelate vulnerabili e disintegrate: Nasrallah è stato ucciso e la struttura militare di Hezbollah è stata nettamente indebolita.
A complicare ulteriormente la situazione, il regime di Assad in Siria ha subito battute d'arresto, evidenziando la propria vulnerabilità. Il sostegno iraniano per Assad, che ha comportato investimenti miliardari, è risultato insignificante di fronte agli sforzi di regime per mantenere il controllo.
Gli analisti offrono visioni contrastanti sul futuro dell' Asse della resistenza: mentre alcuni lo considerano praticamente distrutto, altri segnalano che l'Iran ha ancora alleanze significative con gli Houthi e le milizie sciite in Iraq. La situazione in Siria rimane instabile, lasciando aperte possibilità di cambiamento.
In questo contesto, la geopolitica del Medio Oriente continua a essere messa alla prova. La capacità dell'Iran di sostenere le sue alleanze rimane un interrogativo chiave, mentre gli sviluppi futuri potrebbero ridisegnare gli equilibri di potere regionali in modi imprevedibili. La morte di Suleimani ha segnato simbolicamente un'era, ma le sue conseguenze si fanno sempre più sentire nel presente turbolento della regione.