Intrattenimento

Il misterioso fascino della Ragazza con l'orecchino di perla: ecco cosa dicono gli scienziati

2024-10-03

Riconosciuto come uno dei capolavori dell'arte occidentale, il dipinto di Johannes Vermeer, la Ragazza con l’orecchino di perla, continua a incantare e ad ispirare reinterpretazioni innumerevoli, sia classiche che moderne. Questo straordinario dipinto, realizzato nel XVII secolo, ha guadagnato un posto speciale nei cuori degli appassionati d'arte e non solo.

Il museo Mauritshuis dell'Aia, dove l'opera è esposta, ha recentemente commissionato uno studio scientifico per esplorare il motivo della sua attrattiva. Un team di neuroscienziati ha indagato sul fenomeno che permette a chi osserva il quadro di rimanere coinvolto, concentrando le ricerche sul modo in cui il nostro cervello risponde a questa esperienza visiva.

Un'affascinante scoperta è stata la rivelazione del "Ciclo di Attenzione Sostenuto": mentre posiamo lo sguardo sulla Ragazza con l’orecchino di perla, il nostro occhio è guidato da dettagli distintivi in un continuo loop visivo. L'ordine con cui siamo portati ad osservare è: prima gli occhi, poi la bocca e infine l'orecchino stesso. Questo meccanismo è ciò che permette al quadro di mantenere l'attenzione degli spettatori per periodi di tempo più lunghi rispetto ad altre opere d'arte.

Ma cosa succede esattamente nel nostro cervello durante questa esperienza? Gli scienziati hanno analizzato onde cerebrali e utilizzato tecnologie avanzate come l'elettroencefalogramma e la risonanza magnetica per svelare questo mistero. Le ricerche hanno evidenziato che il precuneo, una regione cerebrale fondamentale per la coscienza e l'identità personale, mostra una risposta particolarmente intensa di fronte al dipinto. Questo spiega perché, guardando a lungo un volto, tendiamo a trovarlo sempre più attraente.

Sorprendentemente, gli scienziati hanno notato che la reazione cerebrale è dieci volte più forte quando ci si trova di fronte all’originale rispetto a una sua replica. La Ragazza con l’orecchino di perla sembra evocare emozioni familiari e confortanti, poiché molti osservatori identificano nell'opera elementi di riconoscimento e connessione personale.

Queste scoperte sollevano interrogativi stimolanti sull'importanza della fruizione dell'arte nella nostra vita quotidiana. Investire tempo nell'osservazione di opere d'arte, suggerisce Martine Gosselink, direttrice del museo Mauritshuis, non solo arricchisce la nostra esperienza culturale, ma stimola anche lo sviluppo delle capacità cognitive. Questo dinamismo tra arte e scienza mostra come l'arte non sia soltanto un divertimento visivo, ma una vera e propria terapia per la mente.