
Il video della Commissaria Ue col kit di sopravvivenza: un brutto esempio di cattivo gusto
2025-03-27
Autore: Maria
di Eugenio Lanza
Nelle ultime ore, un video della Commissaria europea per la parità, la gestione e la preparazione delle crisi Hadja Lahbib ha suscitato un ampio dibattito sui social media. Intitolato “Cosa c’è nella mia borsa? Versione sopravvivenza”, il video mostra la politica belga mentre elenca gli oggetti essenziali che porta sempre con sé, suggerendo che tali articoli siano utili in situazioni di crisi.
Tuttavia, il tono leggero della clip contrasta nettamente con la serietà degli eventi a cui si riferisce, come le catastrofi naturali e le guerre. Cercare di addolcire la realtà di un conflitto armato attraverso un contenuto di questo tipo è non solo inadeguato, ma constitui un affronto per chi, nella guerra, ha perso cari o ha subito perdite personali devastanti. Questa visione superficialmente avventurosa sulla guerra è inaccettabile e dimostra una mancanza di rispetto per le vittime.
La mancanza di sensibilità della Commissaria su un tema così delicato è pertanto gravida di conseguenze. Per riallacciarci al linguaggio e al vocabolario attuale, c’è un termine che è ben presente nel dibattito contemporaneo: “resilienza”. Negli ultimi anni, la resilienza è diventata un concetto d’obbligo, specialmente durante la pandemia, e la sua applicazione nel linguaggio economico è ormai un luogo comune.
Il termine “resilienza” ha origini nel gergo tecnologico e tende ad esprimere la capacità di resistere alle avversità. Tuttavia, nel contesto attuale, assume una connotazione pericolosa, in quanto invita i più vulnerabili a tollerare ogni sopruso, promettendo che la sofferenza attuale sarà utile per affrontare il futuro. Questo spostamento dal concetto di resistenza – che implica una lotta contro le ingiustizie – verso la resilienza, che incoraggia a subire passivamente, è un chiaro segnale di una società pronta a rinunciare ai propri diritti.
Gli europei, e in particolare gli italiani, non vogliono le bombe. La nostra Costituzione, all’articolo 11, ripudia la guerra e la considera un mezzo inaccettabile per risolvere i conflitti. La guerra è un affronto alla dignità umana, e la Commissione Europea dovrebbe riflettere prima di esprimere messaggi insensati.
In un mondo che sembra sempre più incline a normalizzare la violenza e i conflitti, la ricerca di dialogo, diplomazia e pace dovrebbe rimanere la nostra priorità. La resilienza non deve essere una scusa per accettare passivamente le ingiustizie, ma un invito a lottare per un futuro più giusto e pacifico. Se continuiamo a glorificare l'idea della guerra, ci allontaneremo dalla possibilità di costruire una vera società inclusiva e solidale.