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Israele e Libano: Rischi e Strategia nel Conflitto con Hezbollah

2024-09-28

Autore: Maria

La situazione tra Israele e Libano è sempre più tesa, con Israele che considera se procedere con un'invasione del Libano e l'Iran che valuta le conseguenze di un conflitto aperto con Tel Aviv. Secondo Stefano Stefanini, ex rappresentante d'Italia presso la NATO, l'assassinio di leader influenti come Hassan Nasrallah potrebbe sconvolgere gli equilibri, ma non rappresenta la soluzione strategica per Israele. Infatti, la strategia principale di Netanyahu rimane quella di ridurre le capacità militari di Hezbollah, che attualmente costituisce una minaccia significativa per Israele.

L'obiettivo chiave, secondo Stefanini, è consentire il rientro dei profughi in condizioni di sicurezza nella parte settentrionale del Libano, allontanando Hezbollah dalla zona a sud del fiume Litani, che, secondo la Risoluzione dell'ONU 1701, dovrebbe essere smilitarizzata. Tuttavia, Hezbollah ha consolidato la sua presenza in questa area, ostacolando le operazioni della missione Unifil.

Ma Israele intraprenderà davvero un'invasione? Stefanini avverte che molti ufficiali dell'esercito israeliano sono riluttanti a lanciarsi in un'operazione di terra, date le attese di una guerra asimmetrica. Anche se questa potrebbe essere l'unica soluzione per garantire che Hezbollah non ritorni sul confine, i costi umani e materiali di un conflitto terrestre rimangono un deterrente significativo.

C'è una possibilità di negoziato? Secondo Stefanini, questa alternativa esiste, ma Israele non sembra disposta a discuterne. La situazione attuale è caratterizzata da un crescente impasse, in cui Hezbollah non può ritirarsi senza perdere faccia, e Teheran non può accettare una sconfitta del suo alleato, essendo Hezbollah una componente cruciale della sua strategia regionale.

Come risponderà l'Iran? Stefanini suggerisce che Teheran è riluttante ad affrontare un conflitto diretto con Israele. Gli attacchi aerei condotti dai militari iraniani sembravano più una dimostrazione di forza che un'effettiva minaccia, e la continua pressione su Israele tramite Hezbollah è preferibile a un confronto diretto. Inoltre, gli Stati Uniti hanno una robusta presenza militare in Medio Oriente che dissuade l'Iran dall'entrare in guerra.

E Netanyahu? La sua posizione è rafforzata da recenti successi, ma è anche isolato diplomaticamente per le sue scelte in politica estera. Per Netanyahu, un conflitto aperto con l'Iran potrebbe offrire opportunità sul fronte nucleare, ma il suo approccio aggressivo comporta anche rischi notevoli per la stabilità della regione.

Qual è, dunque, la posizione dell'Occidente? È essenziale riconoscere che l'Iran rappresenta una minaccia non solo per Israele ma per la stabilità del Medio Oriente in generale. Hezbollah, sebbene radicato nella società libanese, deve essere visto come un movimento terroristico che opera senza le limitazioni di uno stato, ponendo sfide enormi alla sicurezza regionale.