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Israele: Un Anno Dopo il 7 Ottobre, l'Economia Sotto Pressione nonostante gli Aiuti USA

2024-10-07

Autore: Francesco

Un anno dopo il fatidico 7 ottobre, che ha segnato un cambiamento radicale nel panorama del Medio Oriente, Israele si ritrova a commemorare le vittime del devastante attacco di Hamas. Mentre l'Iran giustifica le azioni dei suoi alleati e i fondamentalisti celebrano l'anniversario, gli Stati Uniti riaffermano il loro supporto nei confronti dello Stato ebraico. Un supporto che, oltre alla propaganda, si traduce in aiuti economici tangibili. Dal 7 ottobre 2023, gli USA hanno investito una cifra record nel loro alleato in Medio Oriente, contribuendo in modo significativo alle operazioni contro Gaza e Libano, un gesto che ha alimentato l'escalation continua del conflitto. Gli aiuti militari americani sono stimati in almeno 17,9 miliardi di dollari.

Investimenti Militare USA in Israele: Cifre da Capogiro

Secondo un rapporto della Brown University intitolato "Costs of War", reso pubblico in concomitanza con il primo anniversario degli attacchi di Hamas, ulteriori 4,86 miliardi di dollari sono stati destinati all'intensificazione delle operazioni militari statunitensi nella regione. Tale somma include il costo di una campagna della Marina americana, mirata a reprimere le aggressioni degli Houthi dallo Yemen contro le navi commerciali.

Le munizioni, i proiettili di artiglieria e le bombe a guida di precisione costituiscono la maggior parte delle armi inviate dagli USA a Israele dall'inizio del conflitto. Gli aiuti coprono anche i rifornimenti per i sistemi di difesa missilistica Iron Dome e David's Sling, oltre a fondi per armi e carburante per l'aviazione.

A differenza del supporto militare trasparente fornito all'Ucraina, i dettagli su ciò che Washington ha fornito a Israele dal 7 ottobre dell'anno scorso rimangono poco chiari. I 17,9 miliardi di dollari indicano solo una parte della reale entità degli aiuti; i ricercatori affermano che ciò è dovuto agli sforzi dell'amministrazione Biden per minimizzare l'impatto delle informazioni tramite manovre burocratiche.

L'Economia Israeliana: Un Prezzo Elevato per la Sicurezza

L'economia israeliana sta già scontando un prezzo molto alto a causa dei conflitti in corso. In un rapporto di maggio, la Banca di Israele ha previsto che i costi della guerra potrebbero raggiungere i 250 miliardi di shekel (circa 66 miliardi di dollari) entro la fine del 2025, considerando sia le spese militari che civili, come il supporto per gli israeliani sfollati dalle loro abitazioni. Questo importo rappresenta circa il 12% del PIL israeliano e i costi sembrano destinati a crescere con l'intensificarsi del conflitto, specialmente in relazione ai combattimenti contro l'Iran e i suoi alleati.

Bezalel Smotrich, il ministro delle Finanze, si dice ottimista sulla ripresa economica, ma esperti avvertono che i danni economici si protrarranno ben oltre la fine delle ostilità. Un rapporto pubblicato dall'Institute for National Security Studies in agosto mette in guardia sul fatto che anche un eventuale ritiro da Gaza non garantirà un recupero economico, lasciando Israele in una posizione vulnerabile rispetto alla situazione pre-bellica.

Una Storia di Stagnazione Economica e Fuga di Cervelli

La guerra arabo-israeliana del 1973 ha segnato l'inizio di un lungo periodo di stagnazione economica per Israele, causata dall'aumento esponenziale delle spese di difesa. Se le tasse dovessero aumentare o se venissero attuati tagli alla spesa per finanziare un esercito ingrandito, la crescita economica ne risentirebbe duramente. Oltre a ciò, aumenta il rischio di un esodo di imprenditori nel settore tecnologico, un settore fondamentale per l'economia israeliana, che contribuisce al 20% della produzione nazionale. La fuga di professionisti altamente qualificati potrebbe ulteriormente appesantire la già critica situazione finanziaria del Paese.

Il Peso della Guerra anche per i Territori Palestinesi

Mentre Israele affronta gravi sfide economiche, il prezzo più alto è pagato dai territori colpiti, in primo luogo Gaza, dove si stima che decine di migliaia di civili siano stati uccisi. Anche la Cisgiordania, che potrebbe diventare il prossimo focolaio di tensione, subisce un drammatico declino economico, come evidenziato da un recente rapporto delle Nazioni Unite. La crisi umanitaria nelle aree colpite continua a cristallizzarsi, lasciando un'eredità di sofferenza e destabilizzazione per la regione.