La mappa che ha portato in carcere due cartografi: uno scandalo georgiano senza precedenti
2024-11-25
Autore: Maria
Il 7 ottobre 2020, la polizia georgiana ha arrestato Iveri Melashvili e Natalia Ilychova, due cartografi di spicco, accusati di aver tentato di cedere un territorio nazionale all'Azerbaijan. Questo territorio ospitava il monastero di David Gareji, uno dei luoghi di culto più sacri della Georgia, suscitando indignazione e stupore. Melashvili, con un passato come agronomo in epoca sovietica, e Ilychova, originaria di un nome russo, si sono trovati coinvolti in questo dramma in un contesto politico estremamente teso, in concomitanza con una campagna elettorale molto accesa.
L'arresto ha catalizzato l'attenzione dell'opinione pubblica e i due sono stati etichettati come "traditori" dai funzionari statali, mentre il clima di sospetto è aumentato, nel timore di infiltrazioni russe. Secondo le accuse, la loro presunta attività di traffico di territori alleati con l'Azerbaijan era un grave tradimento, e il partito di governo, Sogno Georgiano, ha cercato di usare la situazione per ottenere consensi, accusando l'opposizione di aver coperto lo scandalo mentre era al potere.
Il monastero di David Gareji, situato nella regione del Kakheti, è un tesoro storico e spirituale per i georgiani. La leggenda narra che David, un santo georgiano, avesse portato tre pietre da Gerusalemme e che il governatore della città santa avesse minacciato di riprenderle, da qui la sacralità del sito. Eppure, il conflitto attuale non si limita alla fede: al centro vi è una persistente disputa territoriale con l'Azerbaijan, dove una storica cappella affrescata in stile georgiano è contesa. Le tensioni militari sotto il regime dell'Azerbaijan rilevano l'importanza strategica del luogo, che i funzionari azeri rivendicano per il controllo della valle sottostante.
Il caso è esploso ulteriormente quando una mappa storica, acquistata da un ricco uomo d'affari, ha riaffermato la sovranità georgiana sul monastero. Nonostante fosse nota e mostrasse chiaramente i confini, non è stata utilizzata nel processo di definizione territoriale. Melashvili e Ilychova hanno sempre sostenuto che la cartografia necessiti di un'approfondita analisi legale, e che una sola mappa, come quella petrolifera degli anni '30, non possa definire i confini di una nazione.
Dal loro arresto, il conflitto si è intensificato nella sfera pubblica. Diverse organizzazioni non governative hanno lanciato campagne di sostegno per i due cartografi e hanno denunciato la persecuzione politica. Con il passare del tempo, il clima domestico è diventato sempre più ostile nei confronti di chi osava criticare il governo.
Attualmente, la cappella di Bertubani rimane irraggiungibile per i monaci georgiani, ma le discussioni sulle rivendicazioni territoriali non si sono placate. "Il presidente Aliyev ha promesso di risolvere la situazione, speriamo che mantenga la parola", ha dichiarato il diacono Lazar, custode del monastero. La speranza per un accordo pacifico è flebile mentre le elezioni nel paese si avvicinano e la questione dei due cartografi traditori si allontana dall'attenzione pubblica.
Mentre il processo contro Melashvili e Ilychova tarda a cominciare, i due rischiano una lunga condanna al carcere. Un caso emblematico che riflette le complessità geopolitiche della regione e il conflitto tra identità nazionale e potere politico. La Georgia si trova così a un bivio, affrontando le ombre di un passato travagliato con uno sguardo incerto verso il futuro.