Salute

La Sanità in Emilia-Romagna: Un Esame Critico tra Costi e Qualità

2024-10-09

Autore: Alessandra

La sanità dell'Emilia-Romagna, nonostante alcune discrepanze, mostra segnali di robustezza rispetto al resto d'Italia, ma la situazione generale è preoccupante. Secondo il rapporto della Fondazione Gimbe, i cittadini rinunciano sempre più a cure e prevenzione, un argomento che sta influenzando le elezioni regionali di novembre.

Un Fotogramma Nazionale

Il presidente della Gimbe, Nino Cartabellotta, evidenzia un divario significativo nella spesa sanitaria pubblica pro capite in Italia, inferiore di 889 euro rispetto alla media dei paesi OCSE. Nel 2023, la spesa sanitaria pubblica si ferma al 6,2% del PIL, un valore che stona non solo con la media OCSE (6,9%) ma anche con quella dell'Unione Europea (6,8%). Inoltre, la spesa out-of-pocket, che grava su milioni di famiglie italiane, ha raggiunto i 1.115 dollari pro capite, un aumento preoccupante che riflette l'evidente difficoltà economica che devono affrontare le famiglie nel cercare assistenza sanitaria.

Un tema cruciale è la "crisi motivazionale" del personale sanitario, che ha visto circa 4,5 milioni di italiani rinunciare alle cure nel 2023, di cui circa 2,5 milioni per motivi economici. Le disuguaglianze regionali ampliano ulteriormente questa crisi, in particolare per le fasce più vulnerabili della popolazione, come gli anziani e coloro che vivono nelle zone più svantaggiate.

La Sanità in Emilia-Romagna: Un Eccellente Esempio?

I dati della Fondazione Gimbe evidenziano che l'Emilia-Romagna si colloca tra le migliori regioni italiane per quanto riguarda la sanità. La regione è prima per la prevenzione, terza per assistenza distrettuale e seconda per assistenza ospedaliera. Nel 2023, solo il 5,8% delle famiglie ha rinunciato a prestazioni sanitarie, un dato migliore rispetto alla media nazionale del 7,6%.

Con un'aspettativa di vita di 83,6 anni, la regione supera la media italiana. Tuttavia, i dati sull'occupazione del personale sanitario mostrano un rapporto di 2,28 medici e 6,79 infermieri ogni mille abitanti, segnando un miglioramento, ma continuano a esserci carenze significative, in particolare tra i medici di medicina generale.

L'Ulteriore Situazione delle Cure Essenziali

Nel 2022, l'Emilia-Romagna ha raggiunto un punteggio totale di 285,20 sui livelli essenziali di assistenza, posizionandosi al primo posto in Italia. Tuttavia, nonostante le buone performance, la lotta per mantenere e ampliare i servizi sanitari continua. Infatti, la mobilità sanitaria regionale ha generato un saldo positivo di ben 442 milioni di euro, indicando che molti residenti delle regioni più povere si rivolgono a strutture sanitarie meglio attrezzate nelle aree del Nord.

Crisi di Sostenibilità e Fabbisogno Sanitario

La crisi del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), aggravata dal definanziamento negli ultimi 15 anni, ha portato a un deterioramento della qualità dei servizi. Le spese per il settore prestano la massima attenzione, con un aumento del fabbisogno sanitario nazionale di 28,4 miliardi di euro dal 2010 al 2024, in gran parte dovuto ai maggiori costi dell'energia e ai rinnovi contrattuali del personale.

Le Famiglie e i Costi della Salute

Le famiglie italiane, nel 2023, erano costrette a sostenere gran parte della spesa sanitaria, con un incremento del 10,3% rispetto all'anno scorso, riducendo ulteriormente l'accesso ai servizi per chi non può permetterselo. Questo trend è preoccupante e potrebbe portare a un ulteriore deterioramento della qualità della salute pubblica, creando un'emergenza che potrebbe avere ripercussioni devastanti sul diritto alla salute per le generazioni future.

Prospettive Future e Conclusioni

Sebbene ci siano segnali positivi in Emilia-Romagna, la continua erosione dei finanziamenti e le disparità regionali pongono sfide significative. La legge sull’autonomia differenziata rischia di aggravare il già difficile quadro della salute pubblica, aumentando il divario tra Nord e Sud. Cartabellotta mette in guardia su come continuare su questa strada potrebbe portare a conseguenze devastanti per milioni di italiani, affinché l'attenzione e gli investimenti nella sanità pubblica diventino una priorità reale e non solo un mero slogan.