Scienza

La società degli alberi: il potere della condivisione per salvare il nostro futuro

2025-01-01

Autore: Giulia

La crisi climatica che ci attanaglia impone una nuova narrazione, capace di attivare emozioni positive e passioni felici. Chi pensa che il solo approccio razionale possa risolvere problemi così complessi si sbaglia: paura, ansia e senso di colpa non bastano per cambiare radicalmente i nostri stili di vita. È necessaria una nuova poetica, un mythos che accompagni il logos.

Stefano Mancuso, botanico di fama internazionale e divulgatore scientifico, ci invita a riflettere sulla intelligenza delle piante attraverso la sua narrativa, che unisce scienza e storytelling. Con il suo secondo romanzo “La versione degli alberi” (Einaudi), Mancuso racconta la storia di Edrevia, una società vegetale fondata su principi di cooperazione e condivisione. In questo mondo, gli alberi comunicano tra loro e si organizzano in comunità-clan, mentre gli esseri umani vengono definiti gli "esseri dannosi".

La trama si sviluppa attorno a tre alberi, Laurin, Lisette e Pino, che, tornati da un lungo viaggio, faticano a comunicare con la loro comunità. Questa mancanza di connessione rappresenta una crisi profonda, poiché la condivisione è fondamentale per la loro esistenza. Edrevia si trova in un momento critico, sottoposta a cambiamenti climatici estremi dovuti all’inquinamento provocato dagli esseri dannosi. I tre alberi decidono quindi di imbarcarsi in un’altra avventura: cercare una "nuova terra" dove ricostruire il loro equilibrio.

La narrazione ci guida attraverso incontri con nuove terre e nuove specie vegetali. Scoprono biblioteche nascoste e un linguaggio affine al veneto, rappresentato dall'albero Visela, che si unisce al loro viaggio. Il romanzo non solo esplora le sfide ambientali che affrontiamo, ma solleva anche questioni sulla scienza e il suo ruolo nella società. Attraverso le esperienze vissute dai quattro protagonisti, Mancuso ci mostra che la conoscenza e la consapevolezza sono fondamentali per affrontare le problematiche che mettono in pericolo il nostro habitat.

La storia di Edrevia è al contempo un avvertimento e un invito all'azione: solo unendo le forze e condividendo le esperienze possiamo davvero fare la differenza.

Un aspetto particolarmente interessante è il passaggio in Fitonide, una società felice e armoniosa che, però, ha abbandonato la scienza. L’assenza di una dimensione empirica e storica fa riflettere sull’importanza della ricerca scientifica e sull’allarmante tendenza contemporanea a disprezzare gli esperti e le loro conoscenze. Questo è un richiamo inquietante, che ci invita a riappropriarci del nostro sapere scientifico, se vogliamo sfuggire alla catastrofe climatica imminente.

Nel finale, la preghiera per Fiton ci ricorda che le nostre radici affondano in un terreno che va rispettato e preservato. Mancuso ci offre una visione poetica e affettiva del rapporto tra esseri umani e natura, richiamandoci al potere della condivisione. In un’epoca in cui la crisi climatica sembra inarrestabile, è fondamentale unire le nostre forze, lasciando che la bellezza e la saggezza della natura ci guidino verso un futuro più sostenibile e sereno.

Diventa cruciale assaporare e diffondere la lezione di Edrevia: la coesione e la solidarietà possono essere la chiave per un vero cambiamento. Non lasciamoci sopraffare dalla paura; al contrario, impegniamoci a raccontare e ascoltare storie che illuminano il nostro cammino.