Un team di ricercatori cinesi ha sviluppato una straordinaria spugna biologica composta da fibre di cotone e chitina estratta dall'"osso" di calamaro, in grado di catturare fino al 99,9% delle microplastiche presenti nell'acqua. Sorprendentemente, questa spugna mantiene un'efficacia di rimozione pari al 98% anche dopo cinque cicli di utilizzo, rendendola una soluzione sostenibile e biodegradabile per affrontare il grave problema dell'inquinamento da plastica.

L'inquinamento da microplastiche, frammenti di plastica con un diametro inferiore ai 5 millimetri, è un’emergenza ambientale globale. Recenti studi confermano la presenza di circa 14 milioni di tonnellate di microplastiche nei mari e negli oceani di tutto il mondo, senza contare la contaminazione delle cime delle montagne e degli organismi marini, con effetti devastanti sulla fauna e Flora. Gli scienziati stimano che ogni anno gli esseri umani ingeriscano fino a mezzo chilogrammo di plastica, un dato allarmante considerando la sua presenza nei nostri tessuti e organi.

La nuova spugna è stata progettata da un team guidato dai professori Xue Zhou e Hongbing Deng, dell'Università di Wuhan e del Tongji Medical College. La ricerca si è focalizzata sull'unione di chitina e cellulosa, creando una struttura fibrosa molto efficace nella rimozione delle microplastiche. La spugna ha dimostrato risultati eccellenti in vari tipi di campioni d’acqua, da stagni a mari, con un’efficienza che varia tra il 98 e il 99,9%, mantenendo una notevole efficacia dopo ripetuti utilizzi.

Questa innovazione potrebbe rappresentare una svolta significativa nella lotta contro l'inquinamento da plastica. Mentre globalmente i paesi stanno attuando politiche per ridurre l'uso della plastica, sviluppi come questi aggiungono importanti strumenti alle strategie di bonifica ambientale. Nonostante gli effetti a lungo termine sulla salute umana e sulla fauna selvatica siano ancora sconosciuti, la scoperta di soluzioni efficaci come questa spugna offre una nuova speranza nel mitigare i danni causati dalle microplastiche nel nostro ecosistema.