La storica testimonianza di Netanyahu nel processo che lo vede accusato di corruzione
2024-12-10
Autore: Chiara
Martedì scorso, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha preso la parola nel processo che lo accusa di frode e corruzione, un evento che segna un momento senza precedenti nella storia israeliana: è la prima volta che un primo ministro in carica affronta un procedimento penale. L'unico caso simile risale all'ex premier Ehud Olmert, il quale si dimise prima dell'inizio del suo processo, dove fu poi condannato per corruzione. Netanyahu è atteso a testimoniare ancora nelle prossime settimane, continuando a difendersi con fermezza.
I pubblici ministeri accusano Netanyahu di aver concesso favori e supporto diplomatico a potenti uomini d'affari in cambio di regali di valore e una copertura mediatica favorevole. Netanyahu ha sempre denunciato il processo come una cospirazione volta a rovinare la sua carriera politica, insistendo che si tratta di un'ingiustizia che distrae dall'importante lavoro di governo, soprattutto in un periodo in cui Israele è in conflitto attivo con Hamas nella Striscia di Gaza. Inoltre, il paese ha recentemente raggiunto un accordo di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano e continua le operazioni militari in Siria.
L'inchiesta contro di lui ha avuto inizio nel 2016 e nel 2019 è stato formalmente accusato; il processo è partito a maggio 2020, nonostante i tentativi di Netanyahu di fermarlo. Si dovrà difendere in tre casi distinti, noti come Caso 1000, Caso 2000 e Caso 4000, ognuno dei quali presenta gravi implicazioni legali. Durante la sua prima udienza, ha negato categoricamente le accuse.
Nel Caso 1000, Netanyahu è accusato di aver accettato regali del valore di circa 260mila euro, provenienti in gran parte dal miliardario australiano James Packer e dal produttore cinematografico Arnon Milchan, noto per opere come "C'era una volta in America" e "Fight Club". Tale comportamento avrebbe comportato pressioni sui ministeri israeliani per favorire gli interessi di questi uomini d'affari, tra cui un'estensione delle esenzioni fiscali.
Nel Caso 2000, si parla di un accordo con Arnon Mozes, editore di Yediot Ahronot, per ottenere una copertura mediatica positiva in cambio di normative favorevoli. Sebbene la legge non sia mai stata implementata, entrambe le parti sono sotto processo.
Il Caso 4000 coinvolge Shaul Elovitch, proprietario di Eurocom Group, accusato di dare vantaggi a Netanyahu in cambio di una copertura favorevole per il sito di notizie Walla. A differenza di Netanyahu, che si è dichiarato innocente, Elovitch e la moglie continuano a negare le accuse.
Finora le udienze sono avvenute alla presenza del pubblico, ma a causa di questioni di sicurezza, il tribunale ha disposto che le testimonianze di Netanyahu si svolgano in una sala sotterranea e a porte chiuse. I giornalisti, nonostante le loro richieste di trasmettere le udienze in diretta, si sono visti negare questa possibilità.
Negli ultimi mesi, Netanyahu ha cercato di ritardare la sua testimonianza; dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre e l'inizio delle operazioni militari nella Striscia di Gaza, molte udienze sono state posticipate. Ha richiesto un rinvio di otto mesi, sostenendo di dover concentrarsi sulla guerra, ma i giudici hanno accettato solo sei mesi e hanno respinto ulteriori richieste. Durante le sue testimonianze, gli è stata concessa la possibilità di ricevere messaggi e di prendersi delle pause per questioni urgenti, viste le sue molteplici responsabilità.
Da non dimenticare che su Netanyahu pende anche un mandato di arresto della Corte penale internazionale per crimini di guerra e contro l'umanità riguardanti le operazioni militari in corso nella Striscia di Gaza. Ciò offre un contesto ulteriore a questo processo storico e drammatico che minaccia di cambiare non solo la carriera di Netanyahu, ma anche la direzione politica di Israele.