Le canzoni e i concerti 'per l'Africa' sono sempre meno convincenti
2024-11-20
Autore: Marco
Lunedì, il celebre cantante inglese Ed Sheeran ha dichiarato che se avesse avuto l’opportunità, avrebbe "rispettosamente vietato" l'uso della sua voce nella nuova versione di "Do They Know It’s Christmas?", che sarà rilasciata il 25 novembre. Questa canzone, pubblicata quarant'anni fa dal leggendario supergruppo britannico Band Aid, è stata concepita per raccogliere fondi per aiutare l'Etiopia colpita da carestie. Sebbene inizialmente avesse ottenuto un successo straordinario, l'operazione è stata oggetto di numerose critiche, in particolare da parte di giornalisti, attivisti e membri della diaspora africana.
Le critiche principali si concentrano sul testo di "Do They Know It’s Christmas?", considerato da molti come un esempio del "complesso del salvatore bianco", un atteggiamento problematico che presuppone che le popolazioni africane abbiano bisogno di essere salvate da persone bianche privilegiate. Questo approccio non solo ignora le soluzioni locali, ma spesso alimenta stereotipi dannosi riguardo a un intero continente ricco di cultura, risorse e iniziative autonomamente intraprese.
In effetti, l’iniziativa Band Aid ha spesso contribuito a perpetuare un'immagine unilaterale dell’Africa, sottolineando la povertà e le difficoltà piuttosto che le storie di resilienza e di progresso. Per esempio, nel 2014, Sheeran aveva già partecipato a una nuova versione della canzone per il trentennale di Band Aid insieme a nomi illustri come Bono degli U2 e Chris Martin dei Coldplay, ma ora, riflettendo sull'influenza di queste iniziative, ha notato una crescita della sua consapevolezza riguardo la narrativa occidentalizzata in merito all'Africa.
Sheeran ha citato Fuse ODG, un artista di origini ghanesi, il quale ha denunciato che queste canzoni continuano a "perpetuare stereotipi dannosi", ostacolando lo sviluppo economico del continente. Infatti, Fuse ODG rifiutò di partecipare alla versione del trentennale, criticando pesantemente il linguaggio usato nella canzone originale del 1984, che descriveva l'Africa come un posto senza "pace e gioia". L'artista ha sottolineato come, contrariamente a tale immagine distorta, lui stesso celebra il Natale in Ghana, trovando serenità e felicità proprio nel suo paese d'origine.
Questo dibattito su "Do They Know It’s Christmas?" è solo la punta dell'iceberg di una questione più ampia. Al di là della musica, molte iniziative benefiche intraprese dai paesi occidentali, seppur mosse da buone intenzioni, rischiano di evocare simili rappresentazioni degradanti dell'Africa. Come sottolinea il giornalista Dipo Faloyin nel suo libro "L’africa non è un paese", la canzone ha assorbito tutti i peggiori stereotipi su un continente ricco di potenzialità, ma frequentemente raccontato in termini di crisi e bisogno.
In un'analisi che continua a sollevare interrogativi, molte voci, tra cui quella dello scrittore srilankese Indrajit Samarajiva, hanno definito la canzone "terribile e razzista", sottolineando come serva più a confortare le coscienze occidentali che a portare reali soluzioni ai veri problemi africani. Nonostante ciò, la canzone rimane un fenomeno storico, avendo venduto oltre un milione di copie in una sola settimana nel Regno Unito e generando circa 8 milioni di sterline in un anno per la causa. Inoltre, nel 1985, il Live Aid, un concerto organizzato simultaneamente tra Londra e Philadelphia, ha ulteriormente portato all’attenzione globale le problematiche dell’Africa, attivando discussioni che, sebbene necessarie, necessitano di un cambiamento radicale nella narrazione e nella rappresentazione del continente.