L'energia eolica in Europa: solo il 20% della domanda! È ora di cambiare marcia!
2025-01-11
Autore: Maria
Nel 2024, l’energia eolica ha soddisfatto il 20% del fabbisogno elettrico in Europa, evidenziando un'incremento marginale rispetto al 2023, quando la quota era del 19% (18% se consideriamo solo l'UE). Questo lento progresso è attribuibile a una riduzione della capacità di nuovi impianti, con solo 15,3 gigawatt avviati nel 2024, rispetto ai 17 gigawatt dell’anno precedente.
Tuttavia, non tutto è stagnante: gli investimenti in campo eolico non si sono fermati nonostante colli di bottiglia nelle forniture di materie prime e alti tassi d'interesse. Questo è un segnale positivo, ma a questo ritmo, gli obiettivi fissati dall'Unione Europea appaiono lontani. Per realizzare le ambiziose mete ecologiche, il contributo dell’eolico dovrà aumentare al 34% da raggiungere entro il 2030 e al 50% entro il 2050.
Il 2024 ha visto una diminuzione significativa degli impianti offshore, colpiti da problemi di autorizzazione e fattori politici, come nel caso dell'Italia. Qui, il governo Meloni ha causato ritardi significativi, mentre l'eolico galleggiante potrebbe potenzialmente soddisfare il 17% del fabbisogno energetico nazionale.
Secondo le previsioni preliminari di WindEurope, sono stati installati in Europa 15,3 GW nel 2024, di cui 13 GW onshore e solo 2,3 GW offshore, ben al di sotto dei 30 GW annui necessari. WindEurope avverte che a questo ritmo, non basterà per raggiungere gli obiettivi energetici desiderati per il 2030.
Alla base di questa stagnazione ci sono tre fattori principali: l'inadeguata attuazione delle normative UE da parte dei governi, i ritardi nelle connessioni alla rete e un’elettrificazione troppo lenta. L'amministratore delegato di WindEurope, Giles Dickson, ha commentato che "più vento significa energia più economica, portando così a una maggiore competitività".
Contrariamente alla media europea, la Germania ha approvato oltre 15 GW di nuove installazioni eoliche nel 2024. Questo paese ha stabilito un record e sta autoriando sei volte più impianti onshore rispetto a cinque anni fa, seguendo il principio che soprattutto l'interesse pubblico deve prevalere nell'autorizzazione di nuovi impianti rinnovabili. Di conseguenza, ha rialzato anche gli obiettivi per le installazioni al 2030 e 2050.
Tuttavia, l'Europa affronta ancora sfide significative nell'ambito delle connessioni alla rete elettrica: un fattore critico per la transizione energetica. La mancanza di infrastrutture adeguate, come reti elettriche e sistemi di accumulo, ostacola i progressi a tal punto che l'Europa rischia di rimanere indietro rispetto a paesi come la Cina e gli Stati Uniti, i quali stanno investendo pesantemente nel settore delle batterie.
Anche se la Commissione Europea ha recentemente proposto misure per potenziare la produzione interna di batterie e per migliorare la digitalizzazione delle reti, ci sono ancora lacune significative da colmare. Secondo Mario Draghi, è essenziale accelerare nella semplificazione delle procedure amministrative e aumentare gli investimenti, oltre a migliorare il coordinamento tra gli stati membri.
La pressione continua sui policy maker è fondamentale: è il momento di agire rapidamente se vogliamo essere all’avanguardia nella corsa alla sostenibilità energetica!