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L'incredibile offensiva dell'esercito israeliano nel nord di Gaza: gravissime conseguenze

2024-10-10

Autore: Chiara

L’offensiva militare scatenata domenica dall’esercito israeliano nel nord della Striscia di Gaza è tra le più violente degli ultimi mesi. L'esercito ha mirato a diverse località, compreso il campo profughi di Jabalia e le aree circostanti come Beit Hanoun e Beit Lahia, con l'obiettivo dichiarato di colpire le infrastrutture di Hamas e i militanti ancora attivi nella regione.

Gli scontri sono stati aspri, con oltre 100 morti in pochi giorni e la chiusura forzata di quasi tutti gli ospedali della zona. Questi ospedali, già in difficoltà a causa dei precedenti bombardamenti, sono stati ulteriormente danneggiati, rendendo la situazione critica per i pazienti. Israele ha inoltre ordinato a circa 400.000 residenti di evacuare le loro case e trovare rifugio nel sud della Striscia, aggravando una situazione già drammatica.

Il campo profughi di Jabalia è stato al centro dell'offensiva. Nonostante il suo nome, è una vera e propria città con infrastrutture complesse, dove prima del conflitto risiedevano quasi 120.000 persone. La recente incursione dell'esercito israeliano segna la terza volta che Jabalia è stata attaccata dall'inizio delle ostilità, il 7 ottobre 2023. In un'operazione precedente, avvenuta a maggio, la quasi totale distruzione del campo aveva causato centinaia di vittime.

Israele ha chiesto l'evacuazione completa di tre ospedali: l'ospedale Indonesiano, il Kamal Adwan e l'al Adwa. Queste strutture, già sottoposte a operare a regime ridotto, ospitano numerosi pazienti in condizioni critiche, tra cui 317 persone, di cui 80 incapaci di muoversi. Molti di questi ospedali potrebbero non accogliere solo i pazienti, poiché spesso ci sono tendopoli nascenti nei dintorni, piene di famiglie rimaste senza casa.

I medici sono impegnati nei rischiosi trasferimenti dei pazienti verso sud, affrontando bombardamenti e difficoltà logistiche. Alcuni ospedali sono stati già colpiti, mentre l’esercito sostiene che in essi si nascondano centri di comando di Hamas.

L'UNRWA, l'agenzia delle Nazioni Unite che assiste i profughi palestinesi, è stata costretta a chiudere tutti i centri di accoglienza, cliniche e scuole rimaste aperte. Le scuole, che dovevano riprendere le lezioni, ora fungono da rifugi per gli sfollati. Secondo l'UNRWA, solo due dei otto pozzi d'acqua presenti a Jabalia sono ancora operativi, il che aggrava ulteriormente la crisi umanitaria.

La popolazione di Jabalia e delle aree colpite dall’evacuazione si trova in una situazione disperata. Molti residenti erano già stati costretti a spostarsi ripetutamente nel tentativo di sfuggire ai bombardamenti israeliani. L'esercito, di solito, indica zone sicure per gli spostamenti, ma spesso queste aree sono affette dai bombardamenti, intensificando la paura e la confusione tra i civili.

Questa offensiva segna un punto di svolta in un conflitto ormai lungo e difficile, sollevando interrogativi sul futuro della Striscia di Gaza e sulle condizioni delle sue popolazioni.