Madre violenta condannata per minacce al prof dopo la bocciatura della figlia: 2.600 euro di risarcimento
2024-11-20
Autore: Marco
Una madre di 46 anni è stata condannata a pagare 2.625 euro dopo aver minacciato un professore di matematica e fisica a Terlizzi, nella provincia di Bari, in seguito alla bocciatura della figlia. La vicenda si è conclusa martedì 20 novembre, quando la giudice Marina Chiddo del tribunale di Trani ha emesso la sentenza.
Il sindacato Snals-Confsal Puglia ha rivelato che la donna ha agito con violenza e minacce, offendendo l'onore del docente attraverso insulti e espressioni volgari sia per telefono che di persona, di fronte ad altri testimoni all'interno della scuola. L'episodio risale al 14 giugno di quest'anno, durante il periodo delle valutazioni finali, quando il docente ha convocato i genitori per comunicare la bocciatura dell'alunna.
Reazioni inaspettate da parte della madre hanno scatenato una scena di tensione. Le sue minacce, riportate anche dal sindacato, includevano frasi come "non finisce qui, non sapete cosa vi aspetta".
Il caso ha sollevato l'attenzione sulla crescente violenza contro il personale scolastico, tanto che nel mese successivo è stato firmato un protocollo d'intesa con l'associazione Gens Nova per combattere simili fenomeni. La procura di Trani aveva richiesto una pena di sei mesi di reclusione per la donna.
Il segretario di Snals-Confsal Puglia, Vito Masciale, ha sottolineato l'importanza della sentenza come "primo risultato tangibile del protocollo" e ha evidenziato il problema della paura tra gli insegnanti nel denunciare violenze, spesso a causa della mancanza di sostegno istituzionale e delle preoccupazioni per le spese legali.
Questo caso mette in evidenza la necessità di una maggiore protezione per i docenti, che spesso si trovano a fronteggiare situazioni violente senza adeguata assistenza. Con il crescente numero di episodi di violenza nelle scuole italiane, è essenziale che vengano messe in atto misure concrete per garantire la sicurezza degli insegnanti e il rispetto della loro professione.