Nazionale

Meloni lancia un attacco frontale alle ONG sui migranti e anticipa la battaglia legale sull'Albania

2024-10-15

Autore: Matteo

In un contesto di tensione crescente, il governo italiano si prepara a un nuovo scontro con la magistratura riguardo al trattamento dei richiedenti asilo nei centri in Albania. A partire da questa settimana, l’hotspot allestito nel porto di Shengjin accoglierà i primi migranti, con 6 egiziani e 10 bangladesi attualmente a bordo della nave Libra della Marina Militare, appena tornata da Lampedusa. Nonostante il numero esiguo di 16 migranti rispetto ai più di mille sbarchi nelle ultime 24 ore a Lampedusa, il governo si trova a dover affrontare serie questioni legali. Le recenti sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, infatti, compromettono le basi giuridiche dell'operazione in Albania, creando un delicato equilibrio tra le politiche migratorie italiane e le normative europee.

Nel suo intervento al Senato, Giorgia Meloni ha utilizzato l’occasione per difendere la sua posizione e quella del governo, attaccando nuovamente le ONG, in particolare Sea Watch, accusata di voler ostacolare le operazioni anti-immigrazione: "È vergognoso che queste organizzazioni ci accusino mentre noi lavoriamo per ridurre gli sbarchi e tutelare la nostra sicurezza nazionale". La Premier ha rivendicato il successo del suo governo nel ridurre gli ingressi, affermando che gli sbarchi sono diminuiti del 60% rispetto al 2023 e del 30% rispetto al 2022. Ha anche elogiato l’accordo Italia-Albania come un esempio da seguire per l'Unione Europea.

Tuttavia, emerge un dato inquietante: l'operazione, pur presentata come una soluzione innovativa, sembra complicarsi con il passare del tempo. Infatti, il passaggio dei migranti in Albania solleva interrogativi sulla definizione di "paesi sicuri", un tema delicato che si scontra con le opinioni della magistratura italiana. Alcuni membri del governo, come il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, hanno già accennato alla volontà di contestare le sentenze dei giudici, affermando che si sta assistendo a un’invasione delle “toghe” nei settori che competono al governo.

"Il giudice non può arrogarsi il diritto di decidere quali siano i paesi sicuri - ha dichiarato Mantovano, sottosegretario agli Interni - Questa è una competenza esclusiva del governo". Con un'operazione così fragile e contesa, l'attenzione pubblica è ora rivolta non solo all'accoglienza in Albania, ma anche alle reazioni e alle contromosse che il governo sta pianificando per sostenere la sua strategia. Meloni ha chiarito che proseguirà con il piano e non si tirerà indietro di fronte a eventuali opposizioni legali. La tensione si intensifica mentre l'Unione Europea guarda con attenzione al modo in cui l’Italia gestirà questo intricato puzzle migratorio.