Cosa accadrebbe se la Russia decidesse di lanciare uno dei suoi missili ipersonici armati di testata nucleare verso Roma? In un mondo già provato dalla guerra in Ucraina, le implicazioni di un'azione del genere sono inquietanti e meritano di essere esplorate.

L'invasione russa dell'Ucraina ha scosso un delicato equilibrio mondiale, esponendo i paesi europei a nuove velleità espansionistiche da parte del Cremlino. Recenti dichiarazioni di Vladimir Putin hanno evidenziato una possibile apertura all'uso di armi nucleari, un'azione che i leader mondiali temevano fosse relegata a un passato lontano.

Secondo un'analisi condotta dal professor Alex Wellerstein, esperto in tecnologia nucleare, gli effetti di un attacco nucleare su Roma sarebbero devastanti. Utilizzando modelli basati su missili balistici intercontinentali russi come gli SS-18 Satan, possiamo ipotizzare uno scenario apocalittico.

In caso di attacco, la potenza esplosiva sarebbe equivalente a 20 megatoni di TNT, provocando la morte di 1,8 milioni di persone e ferendo 1,4 milioni. Il punto d'impatto verrebbe completamente distrutto, ridotto in polvere.

L’onda d’urto dell’esplosione non si limiterebbe a Roma: la devastazione si estenderebbe anche nelle aree circostanti, raggiungendo le sponde del lago di Bracciano a nord e le zone limitrofe a Latina a sud. Un’area di circa 9000 km quadrati sarebbe sommersa dall’apocalisse nucleare.

Ma i danni non si fermerebbero qui. Un attacco simile avrebbe conseguenze catastrofiche in diverse città europee: si stima che a New York potrebbero morirne 5,4 milioni di persone, a Parigi 4,9 milioni, a Londra 3,9 milioni, a Los Angeles 2,7 milioni, a Madrid 2,6 milioni e a Berlino 2 milioni.

In un periodo in cui le tensioni internazionali sono alle stelle, la possibilità che simili eventi si verifichino non deve essere sottovalutata. Cosa fanno i governi per prevenire l'inevitabile? Stanno lavorando su strategie di deterrenza o ci si sta preparando a fronteggiare una realtà sempre più orribile? La pace potrebbe sembrare un'illusione se la comunità internazionale non trova un modo efficace per affrontare la minaccia nucleare.