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Netanyahu e il suo piano controverso: l'esercito israeliano gestirà gli aiuti umanitari a Gaza?

2024-10-08

Autore: Francesco

In un'iniziativa che ha sollevato un acceso dibattito, il governo di Benjamin Netanyahu sta esplorando l'opzione di trasferire la responsabilità della distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza all'esercito israeliano. Secondo le fonti, questo è un passo che riflette le pressioni dell'estrema destra israeliana, ma porta con sé numerosi dilemmi sia economici che di sicurezza.

Attualmente, la gestione degli aiuti umanitari è un processo complesso che coinvolge diversi attori, tra cui le Forze di Difesa Israeliane (IDF), le Nazioni Unite, attraverso l'UNRWA, e varie organizzazioni non governative. La situazione è resa problematica dal controllo di Hamas sulla Striscia di Gaza dal 2007, che influisce sulla distribuzione e sull'efficacia degli aiuti. La difficoltà di accesso alle aree colpite da conflitti, principalmente a causa dei blocchi delle IDF, unita agli attacchi militari e alle tensioni sociali, rende questa operazione estremamente rischiosa.

Uno degli aspetti più controversi del piano di Netanyahu è la proposta del ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, di rimuovere il controllo degli aiuti Allah Hamas e dalle Nazioni Unite. Smotrich, noto per le sue idee radicali, ha affermato che i camion umanitari potrebbero essere sfruttati da Hamas. In un contesto così teso, Netanyahu ha iniziato a considerare piani operativi per una gestione militare diretta, ipotizzando addirittura la nomina di un generale per supervisionare questa operazione.

Tuttavia, l'idea non è priva di opposizioni interne. Riguardo ai rischi, i vertici militari sono preoccupati per la sicurezza dei soldati, già esposti a possibili attacchi di Hamas. Inoltre, incidenti passati, come quello noto come 'strage della farina', hanno dimostrato quanto possa degenerare una situazione quando i militari si trovano a contatto con una folla di civili disperati che richiedono aiuti.

Le preoccupazioni economiche sono altrettanto significative. Le stime indicano che il costo per mantenere la piena governance militare a Gaza potrebbe superare i 11 miliardi di dollari all'anno. Ciò include spese per la logistica, l'acquisto di medicinali e altre forniture necessarie, appesantendo ulteriormente le finanze israeliane in un periodo già critico. Gli alti comandi delle IDF avvertono che senza un intervento di organizzazioni internazionali riconosciute, Hamas continuerà ad approfittare della situazione, esercitando un forte controllo sugli aiuti.

Da un punto di vista legale, il trasferimento della responsabilità degli aiuti agli organismi militari solleverebbe anche questioni di diritto internazionale. La responsabilità di garantire assistenza umanitaria ricade sulla potenza che controlla il territorio, e l'acquisizione di tale controllo da parte di Israele implicherebbe un'assunzione di responsabilità per la crisi umanitaria già in corso a Gaza. Infatti, con report attuali che parlano di scarsità di cibo, acqua e medicinali, un'ulteriore escalation del conflitto potrebbe portare Israele a dover affrontare interrogativi di fronte alle autorità internazionali.

In conclusione, il piano di Netanyahu di passare il controllo degli aiuti umanitari all'esercito è un tema che continua a dividere non solo il governo israeliano ma anche l'opinione pubblica. Le conseguenze di tale decisione potrebbero avere ripercussioni ben oltre il confine israeliano, influenzando le dinamiche geopolitiche e umanitarie nella regione.