Nazionale

Nidi e materne in agitazione: venerdì 13 dicembre a rischio l'intero servizio

2024-12-12

Autore: Sofia

Un nuovo venerdì nero si profila all'orizzonte per il mondo della scuola, dopo il già critico 29 novembre. Lo sciopero generale indetto dall'Usb per il 13 dicembre coinvolgerà sia il personale pubblico che privato, minacciando seriamente l'erogazione dei servizi educativi e scolastici nella Capitale. Le lavoratrici e i lavoratori dei servizi educativi sono stati sollecitati a partecipare attivamente alla mobilitazione. Il Ministero dell'Istruzione ha già avvisato le famiglie tramite comunicazioni ufficiali: non sarà garantito il regolare svolgimento delle lezioni e potrebbero essere disposte uscite anticipate per le classi. Numerosi genitori di bambini iscritti ai nidi e alle scuole materne hanno ricevuto avvisi riguardo possibili disagi, esprimendo preoccupazione: 'Sarà un disastro, l'ennesimo', affermano.

Cosa chiedono insegnanti ed educatrici

Le insegnanti e le educatrici che parteciperanno allo sciopero si ritroveranno alle 9.30 in piazzale Tiburtino. Le richieste principali riguardano un piano di assunzione straordinaria per nidi e scuole dell'infanzia e l'uguaglianza nei permessi, con ferie garantite e sostituzioni per tutti. La stabilizzazione dei lavoratori precari è un tema cruciale: le educatrici da tempo chiedono risposte, soprattutto dopo la proroga delle graduatorie per assunzioni fino al 2027. Questo sciopero si inserisce in un periodo scolastico molto complesso, caratterizzato da carenza di supplenti, eventi criminosi in strutture educational, e ritardi nell'accensione dei riscaldamenti, esacerbati dall'arrivo del freddo invernale. In alcuni casi, i riscaldamenti non sono stati accesi nemmeno.

Situazioni vissute da famiglie e professionisti

Situazioni vissute da famiglie e professionisti del settore richiedono un’attenzione urgente, poiché la qualità dell'educazione dei più piccoli è a rischio. Genitori e educatori chiedono un intervento immediato per trovare soluzioni efficaci. Non è solo una questione sindacale, ma una battaglia per il futuro dei nostri bambini.