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Onda di infortuni al legamento crociato: il calcio è in crisi?

2024-10-08

Autore: Marco

L'incubo delle lesioni al legamento crociato continua a colpire il calcio italiano. Dopo l'infortunio di Gleison Bremer durante la partita Lipsia-Juventus e l'uscita in barella di Duvan Zapata nel secondo tempo di Inter-Torino, il campionato è ancora una volta sotto shock. Queste situazioni, già drammaticamente familiari, fanno tornare alla memoria l'estate nera per calciatori come Gianluca Scamacca e Giorgio Scalvini, che hanno saltato gli ultimi Europei a causa di infortuni al ginocchio, così come il caso di Perr Schuurs, che ha subito un colpo simile l'anno scorso contro l'Inter.

Attualmente, la Serie A conta tredici giocatori infortunati, tra cui nomi come Florenzi, Cambiaghi ed Ebuehi. Il problema non è isolato, poiché anche nei principali campionati europei si registra una crescita di infortuni. Infatti, negli ultimi dodici mesi, il Real Madrid ha perso ben cinque giocatori per lesioni al legamento crociato. Da gennaio a oggi, nei cinque principali campionati europei sono stati registrati 38 casi di infortuni ACL, in aumento rispetto alle stagioni passate.

Le cause di queste lesioni sono un argomento di grande dibattito. Mentre alcuni esperti si concentrano sul sovraccarico di lavoro e sulle rigide richieste del calendario moderno, altri evidenziano che molte di queste lesioni accadono nei primi mesi della stagione e nei primi minuti delle partite. Saket Tibrewal, noto chirurgo sportivo, sostiene che gli infortuni al crociato non sono necessariamente legati alla fatica, suggerendo che ci sono altri fattori in gioco.

Rajpal Brar, esperto di terapia fisica, sottolinea che è una questione multifattoriale. Le lesioni possono essere influenzate dalla struttura fisica dell'atleta, dal suo storico di infortuni e dal modo in cui i club gestiscono i loro giocatori. Tuttavia, l'aumento delle partite giocate e la riduzione del tempo di riposo sono considerati tra i principali responsabili. Negli ultimi anni, i calciatori si sono trovati a disputare fino a 70 partite all'anno, con un carico di lavoro sempre più intenso.

Il salto qualitativo del calcio, che richiede atleti sempre più veloci e strutturati, potrebbe anche contribuire a queste lesioni. Secondo Renato Misischi, ex medico sociale del Torino, il cambiamento delle richieste biomeccaniche nel gioco moderno è una delle cause principali dell'epidemia di infortuni al ginocchio. Con movimenti sempre più rapidi e imprevedibili, è fondamentale riconoscere i rischi associati a questo stilone di gioco.

Fortunatamente, i progressi della chirurgia e della medicina sportiva hanno migliorato le probabilità di recupero, ma la strada per tornare ai livelli precedenti all'infortunio può richiedere da sette a dodici mesi, creando ulteriore ansia per la carriera dei giovani calciatori. Spingere per una maggiore attenzione alla prevenzione e alla preparazione all'allenamento è diventato fondamentale, così come chiedere l'adeguamento delle pratiche di allenamento per tutelare la salute atletica a lungo termine. Senza dubbio, il dibattito continuerà a essere acceso nei prossimi anni: i calciatori possono affrontare una carriera breve a causa di lesioni che non devono essere sottovalutate.