Negli ultimi anni, alcuni Stati europei sono emersi come veri e propri rifugi fiscali per le multinazionali. Tra questi, troviamo la Svizzera, l'Olanda, la splendida isola di Jersey, il Lussemburgo e, recentemente, l'Irlanda, che hanno attirato l'attenzione per le loro leggi fiscali vantaggiose. Questi paesi offrono regimi fiscali favorevoli che consentono alle corporation di ridurre sensibilmente le loro tasse, attirando capitali e investimenti significativi.

La Svizzera, nota per la sua stabilità economica e politica, è al vertice della lista. Le multinazionali approfittano della sua bassa imposizione fiscale e della riservatezza bancarie. L’Olanda, d’altro canto, è famosa per il suo regime di ”tasse basse sui profitti“. Si stima che molte aziende inseriscano le loro sedi legali in Olanda per pagare meno tasse, anche se le loro attività principali avvengono altrove. L’Irlanda ha visto un aumento esponenziale di investimenti esteri grazie alla sua tassazione societaria ridotta al 12,5%.

Le conseguenze di queste pratiche fiscali aggressive sono molteplici, tra cui la pressione sulle economie nazionali che faticano a mantenere stabilità fiscale quando le grandi aziende evitano di contribuire equamente. Recentemente, il Principato di Monaco è stato inserito nella «lista grigia» dei paradisi fiscali, attirando flussi di denaro sospetti dall'Italia e dalla Francia.

Inoltre, l'Italia è diventata un "paradiso fiscale" per i pensionati statunitensi, attratti dalla sua bassa tassazione sui redditi esteri e da un'alta qualità della vita, che include anche una cucina rinomata e un ottimo sistema sanitario, accessibile a costi contenuti. Infine, Milano si sta affermando come la città preferita dai milionari britannici, grazie alla sua vivace economia e alla possibilità di investire in immobili a prezzi competitivi.

Questi fenomeni evidenziano come il sistema fiscale europeo necessiti di riforme significative per garantire una maggiore equità e sostenibilità.