Petrolio in ascesa a causa delle tensioni Russia-Ucraina: cosa ci aspetta?
2024-11-22
Autore: Chiara
L'escalation di tensioni tra Russia e Ucraina, unita alle minacce di Vladimir Putin verso l'Occidente, ha spinto il prezzo del petrolio a nuovi picchi, superando nuovamente i 70 dollari al barile sui mercati internazionali. Questo aumento sorprendente si verifica nonostante vari indicatori che avevano suggerito una discesa dei prezzi, tra cui un rallentamento significativo della domanda cinese.
Nella giornata di ieri, il future sul Brent del Mare del Nord ha visto un incremento di 1,50 dollari, attestandosi a 74,27 dollari al barile. Questa mattina, il prezzo si mantiene stabile con l'apertura dei mercati europei. Parallelamente, il contrattato sul greggio statunitense, West Texas Intermediate, è salito di circa il 2%, raggiungendo quota 70,10 dollari al barile.
Minacce da Mosca
Il presidente russo ha confermato ieri l'esecuzione di un attacco missilistico balistico ipersonico contro una struttura militare ucraina, ribadendo la possibilità di colpire strutture militari di qualsiasi nazione occidentale che fornisca aiuti bellici all'Ucraina. Le dichiarazioni di Putin sottolineano un'escalation nel conflitto, che secondo lui sta assumendo una dimensione sempre più globale, incluso il rischio di una spirale nucleare.
Gli analisti di ING avvertono che i principali rischi per il mercato petrolifero potrebbero derivare da possibili attacchi delle forze ucraine alle infrastrutture energetiche russe, con una paralisi potenziale nell'approvvigionamento. D'altra parte, l'impegno dell'Iran a fermare l'immagazzinamento dell'uranio potrebbe attenuare alcune preoccupazioni geopolitiche legate all'approvvigionamento energetico.
Scorte di greggio in aumento
Sul mercato pesa anche l'aumento delle scorte di petrolio. Secondo l'EIA, le scorte negli Stati Uniti sono aumentate di 545.000 barili, raggiungendo i 430,3 milioni nella settimana che si è conclusa il 15 novembre, superando le aspettative degli analisti. A determinare questo incremento sono state in particolare le scorte di benzina, mentre quelle di distillati, utilizzati per il riscaldamento, hanno registrato un calo maggiore del previsto.
Prospettive di surplus nel 2025
Nonostante le recenti misure di stimolo commerciale annunciate da Pechino, l'economia cinese mostra segnali di rallentamento e gli esperti non sono ottimisti per la domanda di greggio. Tra l'altro, l'arrivo di Donald Trump alla presidenza potrebbe comportare ulteriori tensioni commerciali e un rischio di ripristino di dazi.
La scorsa settimana, l'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE) ha avvertito che nel 2024 potrebbe esserci un surplus di oltre un milione di barili, principalmente dovuto alla diminuzione della domanda cinese. La IEA prevede che quest'anno la domanda di petrolio crescerà di soli 920.000 barili al giorno, meno della metà rispetto all'anno scorso, e nel 2025 si prevede un lieve aumento di circa 990.000 barili al giorno.
L'OPEC Plus esprime dubbi e preoccupazioni riguardo alla situazione attuale, suggerendo che le dinamiche di mercato richiederanno attenzione continua dagli operatori di settore.