Salute

Punture di vespe, calabroni e api: l'allergologo avverte "I decessi sono davvero rari, ma fate attenzione!"

2024-10-02

Autore: Maria

TRENTO. «Se una prima puntura di un imenottero, solitamente, provoca solo dolore, è importante sapere che le successive possono comportare rischi maggiori. Tuttavia, i casi di morte in seguito a punture di vespe, calabroni o api sono estremamente rari», afferma il dottor Romano Nardelli, primario del reparto di Pneumologia di Arco e allergologo qualificato.

Analizzando i dati, i decessi causati da shock anafilattico—una reazione allergica potenzialmente letale—risultano essere eventi isolati, con una media di una decina di casi all’anno in tutta Italia.

«È difficile identificare categorie di persone maggiormente a rischio, eccetto gli apicoltori che, per ovvi motivi di esposizione, possono essere più vulnerabili a punture multiple», sottolinea Nardelli. È fondamentale notare che solo una piccola percentuale della popolazione sviluppa un’allergia a questi veleni; nel caso, il medico può intervenire per gestire la situazione.

In situazioni normali, il tempo di intervento resta sufficiente; «l’escelding dello shock anafilattico è raramente fulmineo», aggiunge.

Non bisogna, però, ignorare i segnali d'allerta. Al primo sintomo di reazione allergica dopo una puntura, come irritazioni o gonfiori in aree diverse da quella colpita, è fondamentale intervenire prontamente. È utile ricordare che le vespe e i calabroni possono pungere più volte, mentre le api lasciano il pungiglione conficcato nella pelle.

Riconoscere l'animale responsabile della puntura è essenziale: «Se le reazioni allergiche diventano sistemiche, è altamente probabile che si tratti di un’allergia», chiarisce l'esperto. Per questi pazienti, una terapia di desensibilizzazione può rivelarsi efficace. Si tratta di un trattamento simile a un ‘vaccino’, con una percentuale di successo superiore al 95%.

Durante la fase diagnostica, molti pazienti riceveranno un'iniezione di adrenalina, uno strumento vitale che può essere autosomministrato in caso di emergenza, utilizzando una siringa adatta.

È allarmante notare che anche punture superficiali, come quelle sulla mano, hanno richiesto interventi medici. I professionisti stanno facendo un ottimo lavoro nel dirigere i pazienti verso la diagnosi corretta. In Trentino, i centri di riferimento per queste problematiche includono i reparti di Pneumologia di Arco, Trento e Pediatria di Rovereto. Attualmente, a Arco sono seguiti circa trenta pazienti per il trattamento di desensibilizzazione, che prevede sedute di iniezione per almeno tre anni consecutivi. Prevenire è meglio che curare: fate attenzione e non sottovalutate i segnali del vostro corpo!