Quando l'obesità diventa malattia: ecco 18 segnali di rischio che non puoi ignorare
2025-01-15
Autore: Chiara
Negli ultimi anni, la definizione e i parametri per la diagnosi dell'obesità hanno subito importanti cambiamenti. Gli esperti hanno messo a punto test più precisi che vanno oltre il tradizionale Indice di Massa Corporea (BMI), cercando di chiarire quando l'obesità passa da semplice condizione a vera e propria malattia. Questo fenomeno è spesso definito come un'"epidemia silenziosa" e colpisce oltre un miliardo di persone in tutto il mondo. Recentemente, una Commissione di 56 specialisti internazionali ha stilato un documento, supportato da oltre 75 associazioni mediche, pubblicato su The Lancet Diabetes & Endocrinology, identificando 18 criteri diagnostici per l'obesità clinica nell'adulto e 13 per bambini e adolescenti.
Oltre al BMI, sono state introdotte nuove misure per la valutazione del grasso corporeo, come la circonferenza vita e la scansione DEXA, che analizzano direttamente la composizione corporea. Con questo nuovo approccio, gli esperti hanno differenziato tra obesità clinica e pre-clinica. L’obesità clinica è accompagnata da disfunzioni d'organo e malattie correlate, mentre l’obesità pre-clinica rappresenta un rischio variabile senza patologie concomitanti. Questo è essenziale per fornire un trattamento più mirato, evitando diagnosi errate o sovradiagnosi.
Ma quali sono i segnali di rischio da tenere d'occhio? I 18 criteri diagnostici includono sintomi come dispnea, insufficienza cardiaca, dolore articolare, e alterazioni ossee nei giovani, che possono limitare la mobilità. Nonostante il BMI venga tradizionalmente utilizzato come strumento primario, gli esperti avvertono che non è sempre una misura precisa della salute e potrebbe portare a diagnosi errate. È fondamentale considerare anche dove si accumula il grasso corporeo: una distribuzione del grasso viscerale, interno o attorno agli organi, comporta rischi maggiori per la salute rispetto al grasso sottocutaneo.
Francesco Rubino, presidente della commissione e docente al King's College di Londra, sottolinea l'importanza di un approccio più sofisticato. La riconoscenza della obesità come malattia permette di accedere più rapidamente ai trattamenti e organizzare strategie per ridurre il rischio per chi usa il termine "obesità pre-clinica". Tuttavia, il problema dello stigma associato all’obesità rimane una questione urgente, come evidenziato da Geltrude Mingrone del Policlinico Universitario Gemelli. Questo stigma non solo crea isolamento, ma ostacola anche l'accesso a cure adeguate.
Inoltre, è essenziale incoraggiare una formazione più approfondita per gli operatori sanitari, affinché possano affrontare meglio le difficoltà legate all'obesità. La trasformazione della percezione di questa condizione non è solo necessaria per garantire un'accesso equo all'assistenza medica, ma è anche cruciale per supportare la salute e il benessere delle persone. Allertati su questi segnali e chiedi aiuto se necessario; il cambiamento inizia da noi!