Rissa Explosiva al Parlamento Serbo Dopo il Drammatico Incidente di Novi Sad!
2024-11-26
Autore: Sofia
Lunedì scorso, l'Assemblea nazionale serba è stata teatro di una violenta rissa tra deputati del governo e dell'opposizione. Durante la sessione, che è stata sospesa, è stata negata la possibilità all'opposizione di discutere una mozione di sfiducia riguardante il tragico crollo della tettoia della stazione ferroviaria di Novi Sad, avvenuto il 1° novembre e costato la vita a 15 persone. L’incidente è stato il catalizzatore di un acceso dibattito politico, mentre il governo, forte della maggioranza in aula, ha preferito dedicarsi all'approvazione della legge di bilancio.
Il crollo ha scatenato una serie di proteste popolari, alcune delle quali sfociata in violenti scontri con la polizia. Le manifestazioni sono rapidamente mutate in contestazioni contro il governo stesso, con i manifestanti e i partiti d'opposizione che accusano l'esecutivo di corruzione e di mancanza di trasparenza nella gestione degli appalti pubblici, frequentemente affidati a imprese statali cinesi, come nel caso della ristrutturazione della stazione di Novi Sad.
Radomir Lazović, un deputato dei Verdi in opposizione, ha raccontato che la rissa è scoppiata quando si è avvicinato ai banchi del governo mostrando un adesivo con l'impronta di una mano insanguinata, simbolo delle proteste. A quel punto, il ministro della Salute Zlatibor Lončar lo ha aggredito, dando inizio a una colluttazione generale che ha lasciato diversi deputati feriti.
Nei video diffusi si vede Igor Bečić, ex politico di estrema destra ora nel partito del presidente nazionalista Aleksandar Vučić, aggredire e trascinare a terra Marinika Tepić, una delle leader dell'opposizione.
Un'altra versione dei fatti racconta di un acceso scambio di striscioni: quelli dell'opposizione accusavano la maggioranza di avere “le mani sporche di sangue”, mentre la maggioranza ribatteva che l'opposizione stava solo cercando di montare un caso "mentre la Serbia vuole lavorare".
Questa strategia comunicativa è stata ripresa anche da Vučić, che ha evitato di commentare l'incidente di Novi Sad, concentrandosi sulla legge di bilancio.
Nonostante le tensioni, la sessione è ripresa ma senza discutere la mozione di sfiducia sostenuta da oltre 80 deputati dell'opposizione. Fino a oggi sono state arrestate quattro persone, tra cui l'ex ministro dei Lavori pubblici Goran Vesić, mentre altre sette sono accusate di “reati gravi contro la pubblica sicurezza e dell'irregolare esecuzione di lavori edili”.
Vesić, che si è dimesso pochi giorni dopo l'incidente, ha affermato che le indagini avrebbero dimostrato la sua totale estraneità. Mercoledì scorso si sono dimessi anche la direttrice delle ferrovie, l'ex ministra Jelena Tanasković, e il ministro al Commercio Tomislav Momirović, che ricopriva il ruolo di ministro dei Lavori pubblici al momento della ristrutturazione della stazione.
Attualmente, i documenti relativi all'appalto sono nascosti al pubblico, come riportano i media locali. Nel corso degli ultimi anni, il presidente Vučić ha rafforzato il controllo del suo partito sulla politica serba, instaurando un regime di governabilità che molti definiscono autoritario. Le proteste a seguito del crollo non hanno solo evidenziato la questione della sicurezza pubblica, ma hanno messo in discussione anche la legittimità e l'efficacia del governo di Vučić, contribuendo a un clima politico sempre più polarizzato. Resta da vedere quali sviluppi futuri avrà questa già tesa situazione politica in Serbia.