Finanze

Sapelli: "Tavares? Doveva opporsi alle follie green dell'Ue!"

2024-10-03

Autore: Giulia

"Non è un errore solo di Tavares. C’è una responsabilità collettiva della borghesia, dei manager e degli azionisti che hanno il dovere di opporsi a questa follia della transizione energetica, imposta dall’alto da una burocrazia europea guidata da un’ideologia che non porta da nessuna parte." Queste le parole dell'economista Giulio Sapelli, intervistato da Il Giornale, riguardo alla crisi di Stellantis, che ha annunciato la proroga della chiusura dello stabilimento di Mirafiori fino al primo novembre.

Ma cosa avrebbero dovuto fare Tavares e gli altri leader del settore automobilistico?

"Dovevano agire in modo proattivo, anticipando la situazione invece di pensare di poter gestire l’emergenza senza un adeguato supporto. È fondamentale creare una rete di sostegno per raggiungere il punto in cui la produzione non comporta perdite."

Molti si chiedono: è davvero tutta colpa della transizione ecologica?

“Assolutamente. Anche marchi come Volkswagen e BMW stanno affrontando sfide analoghe a quelle odierne di Stellantis. Non è solo la pressione della concorrenza cinese. Il problema è che le vendite di auto elettriche superano di 3-4 volte il numero di quelle attualmente in circolazione. Questo significa che l'acquisto di un'auto elettrica è più un simbolo di status. Tuttavia, i simboli di status non garantiscono volumi di vendita. Questo presunto progresso nell'elettrico sta fallendo, e le auto elettriche rischiano di diventare come le auto di lusso di trent'anni fa.”

Perché dunque il mercato delle auto elettriche non prospera?

“Viviamo spesso in condomini e necessitiamo di milioni di stazioni di ricarica. Oggi, anche l'uso dei cellulari comporta un consumo enorme di elettricità. È giunto il momento di sfatare il mito dell’auto elettrica; rappresenta un errore catastrofico che sta danneggiando l’Europa e il mondo. La Cina è l’unica a trarne vantaggio, poiché, anche in caso di fallimenti aziendali, il governo continua a sostenere le aziende. L’uso di motori termoelettrici e diesel è la scelta più ecologica. In assenza di questi, possiamo esplorare biocarburanti, mentre l’auto elettrica resta un bene di lusso comparabile a Maserati o Ferrari.”

Eppure, neppure con incentivi maggiori il settore potrebbe decollare?

“Non possiamo continuare a sperare negli incentivi. L’idea di portare gli Stati al fallimento è semplicemente insostenibile. La lezione del Superbonus non è bastata? Come possiamo pianificare una produzione di massa basata su incentivi? Negli ultimi anni, l’Unione Europea è diventata una sorta di grande cassa per il Mezzogiorno, una fonte da cui mungere risorse.”

Qual è il futuro? Dovrebbe l'Unione Europea rivedere la scadenza del 2035 per l'uscita dalle auto a combustione?

“Se l’UE fosse guidata da persone minimamente responsabili, dovrebbe eliminare la scadenza del 2035 e lasciare che il mercato gestisca questo passaggio, favorendo le trattative tra produttori e consumatori.”

In conclusione, la crisi globale può aggravare la situazione nel settore automotive?

“Certamente, poiché le interruzioni nei rifornimenti di materie prime e di componenti chiave, anche quelle necessarie per la produzione, stanno colpendo il settore in modo devastante. La situazione attuale richiede un’analisi critica e scelte più resistenti per affrontare queste sfide.”

Riuscirà l'industria automobilistica a riprendersi da questa crisi? Solo il tempo lo dirà – e la battaglia per un futuro sostenibile è appena iniziata!