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Scandalo a Rebibbia: Pizza, Birra e Droga nel Carcere!

2024-10-01

Un vero e proprio scandalo ha colpito il carcere di Rebibbia a Roma, dove 41 persone sono sotto inchiesta per aver facilitato l'introduzione di telefoni cellulari, droga, pizze e birre all'interno della struttura penitenziaria. Le indagini, condotte dal pm Carlo Villani della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda), hanno rivelato un'intricata rete di corruzione e spaccio di droga, coinvolgendo anche membri delle forze dell'ordine e un medico.

Secondo le accuse, uno degli indagati avrebbe pagato 300 euro a un agente di polizia penitenziaria per ricevere un pacco di stupefacenti, descritto con i codici "sigarette" e "regali." Inoltre, c'è stata la segnalazione di un episodio risalente all'ottobre 2020, in cui un detenuto è riuscito a far entrare una pizza e una birra all'interno del carcere per soli 30 euro. Ma non è tutto: ai detenuti venivano anche forniti pizzini e chiavette USB, segno della crescente comunicazione esterna.

Tra le accuse mosse al personale sanitario, un medico di guardia è ritenuto colpevole di omessa denuncia per non aver riferito all'Autorità giudiziaria l'uso di un cellulare da parte di un detenuto. L'operazione, che ha destato scalpore, mette in luce l'urgenza di riforme nel sistema penitenziario, evidenziando come la pubblica sicurezza possa essere compromessa da pratiche corruttive e connivenze. Questo caso non solo sottolinea le carenze della sorveglianza all'interno delle carceri, ma solleva interrogativi su come affrontare la questione del traffico di droga anche nell'ambiente penitenziario.

Le autorità sono ora sotto pressione per garantire che simili episodi non si ripetano, mentre i detenuti costretti a vivere in queste condizioni si chiedono quale sarà il futuro della loro sicurezza.