Scoperta Sconcertante: Anche le Biblioteche Italiane Potrebbero Nascondere Libri Contenenti Arsenico!
2025-01-14
Autore: Giulia
Una scoperta allarmante potrebbe lasciare molti lettori senza parole: un'edizione inglese di 'The Uncommercial Traveller' di Charles Dickens nella Biblioteca Nazionale di Firenze è sospettata di contenere arsenico. Questa sostanza tossica, usata per tingere di verde le copertine dei libri fin dalla fine del 1700, è stata allertata dal Poison Book Project, uno studio dell'Università del Delaware che ha catalogato oltre 200 edizioni di libri potenzialmente pericolosi.
L'analisi ha rivelato che almeno dieci di queste edizioni sono presenti nelle biblioteche italiane, suggerendo che copie contenenti arsenico potrebbero essere ancora accessibili al pubblico. La preoccupazione non è nuova: già lo scorso anno, diverse biblioteche europee, tra cui quella di Parigi, hanno iniziato a rimuovere opere sospette dai loro scaffali per salvaguardare la salute dei lettori.
Anche se i rischi associati alla manipolazione di libri contenenti arsenico sono limitati, l'allerta è stata sufficiente per chiudere precauzionalmente 'The Uncommercial Traveller'. È interessante notare che, nonostante spesso i titoli siano legati a rilegature verdi, molte copie italiane dell'elenco non presentano più questo colore brillante. Infatti, come ci ha spiegato Luca Cena, esperto di legatorie e proprietario di una libreria antiquaria a Torino, nel passato una stessa edizione poteva essere rilegata in modi diversi per soddisfare varie esigenze di mercato.
La stessa storia di libri 'verdi' e potenzialmente tossici si ripete anche in Danimarca, dove nel 2018 sono stati isolati tre libri con rilegature d'epoca, in quanto contaminati da arsenico. Questi libri, rilegati con pergamena tinti in verde, sono stati sigillati e vengono maneggiati solo con guanti per prevenire esposizioni tossiche.
Il pigmento 'verde Scheele', creato dal chimico Carl Wilhelm Scheele nel 1775, ha contribuito alla diffusione di questa problematica. Utilizzato per la produzione di tessuti e rivestimenti, è stato poi abbandonato a causa dei casi di avvelenamento che si sono verificati. Sebbene l'arsenico fosse probabilmente più comune in nazioni come Regno Unito e Francia, dove l'industria dei coloranti era più sviluppata, non si può escludere che anche in Italia ci siano state pratiche simili.
Uno dei libri rinvenuti da Cena, 'Plants Of The Holy Land', pubblicato a Philadelphia nel 1861, ha sollevato sospetti grazie alla sua copertina verde. Cena ha già inviato il manoscritto per analisi al Delaware per verificare la presenza di arsenico. La Biblioteca Nazionale di Firenze, che detiene una collezione di quasi 6 milioni di volumi, non ha ancora lanciato una campagna di analisi su larga scala, ma sta monitorando la situazione in attesa di sviluppi.
Inoltre, mentre l'Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro non ha condotto ricerche specifiche su questa questione, è ben noto che vari pigmenti tossici venivano utilizzati storicamente, rendendo questa scoperta ancora più inquietante. È bene sottolineare che, nonostante esistano libri potenzialmente tossici, il contatto occasionale con queste opere non comporta rischi immediati per i lettori.
Il tema della salute legata alla lettura è sempre più attuale, e nel contesto di una crescente attenzione alla sicurezza, è fondamentale rimanere informati su questi potenziali pericoli. Pertanto, invitiamo tutti gli appassionati di lettura a fare attenzione e a trattare i vecchi libri con cautela!